Sale l’agevolazione per le spese ad hoc su giornali cartacei e online, radio e tv, sia locali che nazionali. Non c’è più bisogno di incrementare i costi rispetto all’anno precedente, anzi: l’agevolazione vale anche per chi investirà meno del 2019


C’è anche l’editoria tra i settori che il Governo intende sostenere con il Decreto Rilancio. Sia in maniera diretta con la cassa integrazione per gli operatori del settore e con altri provvedimenti in favore dell’aziende editoriali, sia in maniera indiretta attraverso il bonus pubblicità. Quest’ultima misura, già oggetto di modifiche con il decreto Cura Italia, è stata ulteriormente rivista con l’innalzamento del credito di imposta. Con il Decreto Rilancio infatti, il beneficio fiscale per le imprese che investono in pubblicità sui giornali, anche online, sulle radio e sulle tv, sia locali che nazionali, è stato ulteriormente rafforzato, portandolo dal 30 al 50% del valore dell’investimento. Il tetto di spesa è stato pertanto innalzato fino a 60 milioni di euro per l’anno 2020.

Il bonus pubblicità, nello specifico, è quell’agevolazione statale, erogata sotto forma di credito d’imposta da utilizzarsi in compensazione F24, che mira a incentivare gli investimenti pubblicitari su giornali (digitali e cartacei), televisioni e radio con lo scopo di accrescerne le entrate.

Ora, con il decreto presentato dal premier Conte, tale bonus viene elevato dal 30% al 50% del valore dell’intero investimento pubblicitario. Il tetto di spesa – spiega nel dettaglio QuiFinanza – viene portato a 60 milioni di euro, 40 dei quali per investimenti pubblicitari su giornali e periodici anche on line, e 20 per investimenti su emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche e digitali.

Le novità del Dl Rilancio. Nel nuovo decreto viene confermato il criterio introdotto dal ‘Cura Italia’: sempre e solo limitatamente all’anno 2020, la base di calcolo dell’agevolazione viene effettuata sull’intero investimento 2020, e non solo sulla parte incrementale rispetto all’anno precedente, proprio per fronteggiare in maniera più efficace l’emergenza coronavirus anche lato pubblicitario.

VALE PER TUTTI. Con questo regime straordinario, il credito d’imposta si apre alle imprese, ai professionisti e agli enti del terzo settore che iniziano la loro attività nel corso del 2020, oppure che realizzeranno investimenti inferiori rispetto a quelli effettuati nel 2019, oppure che nell’anno 2019 non abbiano effettuato investimenti pubblicitari.

Dal punto di vista degli editori, è previsto anche un credito di imposta dell’8% per l’acquisto di carta per giornali e periodici, ma non per i libri, e del 30% per investimenti in servizi digitali. Alle imprese editrici di quotidiani e di periodici che occupano almeno un dipendente a tempo indeterminato è riconosciuto un credito d’imposta pari al 30 per cento della spesa sostenuta per l’acquisizione dei servizi di server, hosting e banda larga per le testate edite in formato digitale, con una spesa di 8 milioni di euro per l’anno 2020.

 

 

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