Per l’80% degli utenti la rete è soprattutto violenza verbale. Il ‘Festival della Comunicazione non ostile’ presenta i risultati di un sondaggio: gay, migranti ed ebrei le principali vittime degli haters. E lancia insieme ai ragazzi il ‘Manifesto dell’inclusione’, per scegliere di comunicare abbattendo pregiudizi e incomprensione


CASTELPETROSO. Venerdì 8 maggio gli alunni della scuola secondaria di I grado di Castelpetroso hanno partecipato, con grande entusiasmo, alla diretta streaming della IV edizione del ‘Festival della Comunicazione non ostile, organizzata dall’Associazione Parole O_Stili che si pone l’obiettivo di responsabilizzare ed educare gli utenti della Rete a forme di comunicazione non ostile, promuovendo iniziative di sensibilizzazione e formazione. Mai come in questo momento storico si avverte l’esigenza di fornire ai più giovani, spunti di confronto utili ad affrontare i cambiamenti che si stanno vivendo, tanto nella didattica quanto nella quotidianità.

“Quando a settembre rivedrò i miei compagni…”, questo il titolo del panel, è stato un momento di riflessione, della durata di 45 minuti, per capire quali sono gli stati d’animo, le paure e le emozioni degli studenti per il loro futuro scolastico. Sono intervenute la Ministra dell’Istruzione, ​Lucia Azzolina​, la giovane influencer Marta Losito – accolta con gioia dai ragazzi – e la cantante ​Malika Ayane. Gli alunni hanno potuto scrivere, in una chat dedicata, domande, dubbi e curiosità sull’avvio del prossimo anno scolastico. Esperienza dunque decisamente positiva che ha reso i nostri giovani discenti parte di una comunità scolastica più ampia, rappresentata da circa 10mila studenti di tutto il Paese che hanno aderito all’evento.

“Si è ciò che si comunica”. È il secondo principio del ‘Manifesto dell’Inclusione’, progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole. Una violenza evidente soprattutto sui social: secondo rilevazioni Swg, odio e falsità fanno parte del nuovo modo di comunicare per l’80% degli intervistati, dato in crescita del 14% rispetto al 2018. Il 63% ritiene che i giovani si abitueranno a usare toni offensivi e solo il 22% pensa che le giovani generazioni riusciranno a scegliere uno stile comunicativo più corretto.

Gay, migranti ed ebrei sono le categorie più colpite dal linguaggio violento, dato in crescita del +15% (gay), +9% (migranti), +12% (ebrei). Numeri confermati anche dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Oscad) che registra una crescita di atti discriminatori verso le minoranze, del +186% dal 2014 al 2018. Tuttavia, se l’antisemitismo cresce del +13%, l’omofobia è in continuo calo (-12%) così come l’islamofobia (-14%).

La crescente ignoranza e il crescente individualismo sono le principali cause dell’odio e della violenza sulla rete, ma anche i politici danno il cattivo esempio: il 91% degli intervistati dichiara che in Italia esiste un grande problema di violenza verbale nel fare politica, tanto che le fake news confondono le idee di 1 cittadino su 3 (35%), ma nell’87% delle risposte, sono diventate la normalità della comunicazione tra i partiti. L’aggressività verbale emerge anche nelle aziende: 2/3 dei dipendenti denunciano linguaggi irrispettosi e solo il 26% delle imprese italiane sono attente alle esigenze dei propri dipendenti su temi di welfare aziendale, genitorialità, barriere architettoniche eccetera.

“Più che mai in questi ultimi due mesi abbiamo imparato che la Rete è un bene preziosissimo che merita di essere curato e a cui va dato il giusto valore. Ed è per questo che abbiamo deciso di ritrovarci online, per continuare a mettere al centro le parole e il loro enorme potere, ma soprattutto, per riflettere sull’importanza delle nostre relazioni digitali, oggi più che mai”, dichiara Rosy Russo, Presidente di Parole O_Stili. “Accorciare le distanze” è il nostro obiettivo, perché la Rete fa la differenza quando porta con sé quell’umanità che sa andare oltre lo schermo”.

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