L’azzeramento dell’esecutivo, che ha portato gli assessori a votare le leggi di bilancio e che ha messo i consiglieri ‘surrogati’ fuori dall’aula, giudicato al pari di una mossa di Caligola


CAMPOBASSO. Altro che ‘tagliando’. Il blitz del governatore Donato Toma, che ha fatto dimettere gli assessori, per fargli votare il bilancio ed eliminare i consiglieri surrogati, in attesa di rinominarli (tutti tranne il leghista Luigi Mazzuto), finisce su ‘Il Fatto quotidiano’.

Che paragona il governatore a Caligola e il Molise “a laboratorio privilegiato per sperimentare in vitro tutte le più impronunciabili alchimie politiche, economiche e da oggi anche istituzionali”.

Chiamando in causa anche la presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia e il suo monito al rispetto delle prerogative dei presidi di legalità.

Una vicenda, quella del rimpasto e della nomina della Giunta a due, Toma e Maurizio Tiberio, che finisce dunque su un organo di stampa che da sempre ha dedicato attenzione alle anomalie del ‘Molise che non esiste’.

“Un esecutivo a due – scrive ancora Il Fatto – non si era visto dai tempi di Nerazio Prisco, a cui si attribuisce il brocardo duo non faciunt collegium”. Insomma, storia romana in salsa molisana, col finale, la nomina del nuovo esecutivo, quattro assessori e il presidente, attesa ad horas.

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