Abolita l’incompatibilità tra le cariche di assessore e consigliere. Il voto dopo un’intera giornata di dibattito in Consiglio regionale che estromette 4 consiglieri dall’assise in attesa del ricorso, il 13 maggio. Facciolla: capolavoro politico del governatore che strumentalizza i Cinque Stelle. Domani il voto del bilancio di previsione


CAMPOBASSO. Abolizione dei consiglieri surrogati: via libera del Consiglio regionale, che termina le votazioni mentre a Palazzo D’Aimmo arriva la notizia che il Tar ha rigettato l’istanza cautelare contenuta nel ricorso presentato da Massimiliano Scarabeo e Antonio Tedeschi, ‘silurati’ con Paola Matteo e Nico Romagnuolo dall’assise di Palazzo D’Aimmo dopo l’azzeramento della Giunta. Al momento composta dal solo Maurizio Tiberio.  

Abbiamo vinto”, si lascia scappare in serata il governatore Donato Toma, che fa riferimento alla decisione del Tribunale amministrativo in un fuori onda della seduta di oggi, convocata per approvare un documento propedeutico al voto del Bilancio di previsione 2020/22, previsto per domani.

Dieci articoli complessivi, con la proroga fino a fine anno dei commissariamenti delle Comunità montane e il completamento delle procedure di liquidazione degli Enti provinciali del Turismo. Nelle misure previste il piano delle alienazioni, che dovrebbe consentire all’ente di incamerare quasi 14 milioni di euro, con la vendita di immobili e terreni, a partire dalla ex sede romana di via Nomentana, per 1 milione e 200mila euro e del complesso dell’ex frigomacello e centrale del latte di contrada Santa Maria de Foras, a Campobasso, per 5 milioni di euro.

Ma il tema politico per eccellenza è la modifica della legge elettorale, con l’abolizione dell’istituto della surroga – i consiglieri che entrano in aula al posto degli assessori dimissionari – che di fatto tiene fuori dall’aula Scarabeo, Tedeschi, Matteo e Romagnuolo. Surroga da abolire dalla prossima legislatura, come avevano chiesto gli esponenti del Pd Fanelli e Facciolla, con una proposta di modifica sostenuta anche dall’ex governatore Michele Iorio, che ha ipotizzato l’impugnativa da parte del Governo o davanti alla Corte costituzionale di una norma che mette in discussione diritti acquisiti.

emendamento toma grecoProposta bocciata dalla maggioranza di centrodestra e dal M5s. Pentastellati che hanno puntato il dito sulla riduzione dei costi della politica, e che hanno invece votato l’inedito emendamento Toma-Greco (vedi foto) per l’abolizione dell’istituto della surroga. “Questa sera brinderò per l’abolizione di questo strumento, abbiamo tagliato 4 poltrone in Consiglio regionale da poter destinare ai cittadini molisani”, le parole di Greco. 

“Un capolavoro politico di Toma, che ha strumentalizzato il consigliere Greco”, ha detto il consigliere del Pd Vittorino Facciolla. L’emendamento n. 5, che segna una storica intesa tra il governatore e il capogruppo Cinque Stelle e che sacrifica 4 consiglieri regionali dopo due anni di legislatura, passa con 18 voti a favore e 3 contrari (Fanelli, Facciolla e Iorio).

Esultano i pentastellati: “Era il 28 aprile 2018 – si legge in una nota – prima ancora dell’insediamento del Consiglio regionale, quando il gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle ha proposto per la prima volta l’abolizione del vergognoso meccanismo della surroga. Un gioco perverso per il quale i consiglieri nominati assessori sono sostituiti dai primi dei non eletti nella stessa lista elettorale. In questo modo i componenti del Consiglio salgono da 21 a 26 con conseguente aggravio di costi: qualcosa come 3 milioni 700 mila euro in cinque anni. Da allora abbiamo proposto di eliminare la surroga in bilancio e attraverso atti in Consiglio regionale, ma più di una volta Toma e la maggioranza hanno risposto no, negando questi soldi ai molisani. Oggi, però, questa battaglia è stata vinta durante la discussione sulla legge di Stabilità”.

Grazie all’abolizione della surroga – ancora i Cinque stelle – ci saranno circa 800.000 euro ogni anno a disposizione dei cittadini molisani, soldi che potranno essere spesi per tutelare le fasce più deboli della popolazione. Una battaglia di etica e democrazia. Per sua natura, questo meccanismo ha apportato benefici solo alle logiche partitiche e clientelari creando varie distorsioni. Distorsioni nella costruzione delle liste elettorali rese più appetibili dal fatto che potevano entrare in Consiglio anche i primi non eletti; distorsioni sulla composizione e sull’operato della Giunta, visto che gli assessori silurati avevano comunque il paracadute della poltrona da consigliere. Distorsioni, se vogliamo, di livello costituzionale, perché si permetteva al governatore di estromettere i consiglieri non allineati, come abbiamo visto nelle ultime ore.Resta, infatti, l’amarezza per il fatto che Toma abbia deciso adesso di fare ciò che gli abbiamo sempre detto, solo per tornaconto politico, a proprio uso e consumo. Ecco perché questa è una vittoria dei molisani, non sua. Come la vera, sincera soddisfazione è la nostra e non la sua”.

Carmen Sepede

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