Un progetto che coinvolge l’Associazione nazionale Città del Tartufo di cui il Comune altomolisano ha la vicepresidenza. La proposta è stata approvata dalla Commissione nazionale italiana per l’Unesco


SAN PIETRO AVELLANA. Anche la comunità di San Pietro Avellana con la sua tradizione legata al tartufo tenta la strada del riconoscimento Unesco.

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Dopo il successo riscosso con la transumanza, una nuova notizia positiva per il territorio molisano: il Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l’Unesco ha approvato la proposta di candidatura a Patrimonio culturale immateriale della ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’. Un percorso che coinvolge in prima linea la Federazione nazionale delle associazioni tartufai e l’Associazione nazionale Città del Tartufo di cui fa parte appunto anche il Comune di San Pietro Avellana.
Il verdetto è atteso nel 2021. Intanto, tutti gli attori coinvolti esprimono soddisfazione per il primo risultato centrato, il cui annuncio giunge in un momento complicato per la storia d’Italia. “La soddisfazione è grande – commenta Francesco Lombardi, sindaco di San Pietro Avellana e vicepresidente dell’Associazione Città del Tartufo – Per il territorio altomolisano, che come Riserva MaB della Biosfera gode già di un riconoscimento Unesco, la candidatura internazionale relativa al tartufo, qualora venga definitivamente accettata, è un grande onore. Soprattutto perché da anni si lavora per la valorizzazione del tartufo di San Pietro Avellana e del territorio. È un’iniezione di fiducia, che ci fa sperare in un momento così difficile”.
La candidatura a Patrimonio culturale immateriale della ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’ è nata da un’idea di Giacomo Oddero, allora presidente del Centro studi tartufo di Alba. Grazie allo studio di ricerca antropologica dei professori Piercarlo Grimaldi e Gianfranco Molteni, la comunità proponente ha potuto elaborare un progetto che, per la prima volta, avvia un lavoro di catalogazione finora mai realizzato, permettendo di documentare una tradizione secolare praticata e tramandata dai tartufai diffusi su gran parte del territorio nazionale.
La candidatura può rappresentare “un grande aiuto per tutta la comunità nazionale del tartufo composta da circa 70mila tartufai e da quasi tutte le regioni italiane – ha dichiarato il presidente delle Città del Tartufo, Michele Boscagli – Ciò rappresenta una enorme prospettiva di sviluppo per tutti i territori rurali e i piccoli borghi interessati”.
Nel processo di candidatura un ruolo importante è stato svolto dal Servizio Unesco del Ministero dei Beni Culturali.

 

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