“Una goccia nell’oceano”: la campagna della Fondazione Banco di Napoli contro l’emergenza Covid-19

Pacchi alimentari e dispositivi di protezione per medici di prossimità. Un piccolo contributo alle famiglie che versano in condizioni di difficoltà a causa della crisi sanitaria ed economica che sta colpendo il Paese e in particolare le regioni del Sud, tra cui il Molise 

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CAMPOBASSO. La Fondazione Banco di Napoli ha lanciato l’iniziativa denominata ‘Una goccia nell’oceano’ con l’hashtag #pocomatanto. Sono state messe in campo specifiche iniziative in diverse regioni del Sud tra cui rientra anche Molise e più precisamente la provincia di Campobasso.

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Per aiutare i nuclei familiari colpiti dagli effetti del lockdown, vale a dire piccoli commercianti, negozianti, famiglie monoreddito, anziani soli, verranno distribuiti pacchi alimentari realizzati con la collaborazione dei supermercati Decò, con l’aiuto logistico della Croce Rossa e della Protezione Civile, dei parroci e delle associazioni di volontariato dei rispettivi territori. L’obiettivo è aiutare anche con piccoli contributi quelle persone che, avendo interrotto l’attività lavorativa improvvisamente, versano ora in gravissima difficoltà economica.

Per il sostegno alle strutture sanitarie attive in prima linea per contrastare l’epidemia da Covid-19,verranno distribuite mascherine ai medici di prossimità nelle varie regioni di competenza che ne stanno facendo richiesta. La Fondazione ha aperto un conto su Banca Intesa destinato a ricevere le donazioni di chi vorrà contribuire, senza spese per i bonifici effettuati: FBN PER EMERGENZA COVID-19; IBAN: IT71B0306909606100000172086.

“Destineremo la quasi totalità del nostro avanzo di bilancio dell’anno 2019 – ha annunciato la presidente del Cda della Fondazione Rossella Paliotto – all’emergenza Coronavirus: circa 600mila euro per sostenere l’emergenza nelle regioni di nostra competenza. Aiutare i medici e gli infermieri che stanno affrontando con abnegazione e coraggio questa gravissima epidemia è un nostro dovere morale e non finiremo mai di ringraziarli. Inoltre, la Fondazione, da sempre sensibile ai problemi dei territori meridionali, in una fase in cui la solitudine può rappresentare – conclude – il male invisibile di una società costretta ad evitare qualsiasi relazione sociale in nome della salute, sente forte il desiderio di rappresentare un’istituzione di prossimità”.

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