Lanciato dall’ex presidente della Camera di Commercio Piersimoni, il messaggio-appello ai cittadini a non lasciare soli i negozianti della città quando sarà superata l’emergenza sanitaria è stato raccolto da molti operatori del settore e non: un impegno a sostenere l’economia locale


ISERNIA. Sta diventando virale sui social l’iniziativa lanciata dall’ex presidente della Camera di Commercio, l’imprenditore pentro Pasqualino Piersimoni (mutuata asua volta da fuori regione), finalizzata a sensibilizzare i cittadini sulla necessità della prevenzione al tempo del coronavirus, ma soprattutto a non abbandonare al loro destino i commercianti del territorio, una volta superata l’emergenza sanitaria.

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Un testo toccante ed efficace, corredato da eloquenti hashtag, subito condiviso dagli operatori del settore, tra cui Carlo Izzi, titolare dell’omonimo punto vendita Fai da te e noto per altre iniziative filantropiche, in grado di giungere al cuore di tutti.

“MEDIDATE MEDIDATE GENTE!!!
#IORESTOACASA #RESTIAMOTUTTIACASA #GIUSTORESTAREACASA #PROTEGGIITUOICARI #INSIEMECELAPOSSIAMOFARE #POICIRIALZEREMO #ACQUISTANELLATUACITTA

“Se vi fa impressione vedere il vostro paese deserto – si legge nel post a sostegno dei commercianti locali – e con le saracinesche dei negozi abbassati, ricordatevene quando la quarantena sarà finita, perché se non sarete voi ad aiutare i commercianti della vostra città quelle serrande non si alzeranno più e vivrete in una città spettrale per sempre. Sono i piccoli negozi che tengono viva la città, penso che ora più che mai ve ne stiate rendendo conto. Ricordatevi di ciò che stanno perdendo in questi giorni e dei sacrifici che faranno quando riapriranno. Non vi fate prendere dallo shopping inutile online perché in quarantena le cose futili non vi occorrono, piuttosto tenetevi quei soldi in tasca per spenderli quando uscirete di casa. A nome di tutti i commercianti, grazie. Chi vuole copi e incolli”.

Presto detto, invito raccolto da tanti. Con la speranza che diventi un mantra per cittadini, negozianti e magari associazioni di categoria che potrebbero presto condividere e rilanciare l’iniziativa perché abbia sempre maggiore diffusione. Una battaglia per la reciproca sopravvivenza.

 

 

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