Il film è interpretato da Nadia Bengala e diretto dal regista Emanuele Pecoraro, di Bagnoli del Trigno. GUARDA LA FOTOGALLERY


BAGNOLI DEL TRIGNO. Si sono concluse in questi giorni le lavorazioni de ‘La goccia maledetta’, nuovo cortometraggio diretto dal regista molisano Emanuele Pecoraro e prodotto da Angelo Bassi per la Mediterranea Productions srl. Il minifilm, tratto da un racconto originale di Roberto Ricci, contenuto nella raccolta “Nero corvino” (Edizioni Le mezzelane), è stato sceneggiato da Lorenzo De Luca e da Pierfrancesco Campanella.

“La goccia maledetta” è un thriller psicologico, ricco di colpi di scena, tutto giocato sulla attualissima tematica della violenza sulle donne, che spesso degenera in veri e propri omicidi. Un noir che vuole essere una metafora della fragilità dei rapporti umani al giorno d’oggi e del senso di colpa generato dalla paura e dal dolore dell’abbandono, portati alle estreme e più crude conseguenze.

Tra gli interpreti figurano la bellissima Nadia Bengala, ex Miss Italia e molto apprezzata di recente nel pluripremiato noir “L’Idea malvagia” di Pierfrancesco Campanella, il bravo Lorenzo Lepori e la sensuale Francesca Anastasi.

Le riprese sono state effettuate tra Pescia Romana (in una villa privata) e Montalto di Castro (nell’hotel “Ospite Inatteso” di Giuseppe Simonelli). Art director Laura Camia, direzione della fotografia a cura di Sacha Rossi, trucco e acconciature di Giovanna Carchia, fonico di set e montaggio di Marco Pagliarin, opere di scena di Mario D’Imperio, aiuto regia Fabrizia Bassi, assistente operatore Marco Gabotti, riprese backstage Alessandro Maggiolo, ispettore di produzione Matteo Campanella, color correction di Sebastiano Greco, missaggio di Gianfranco Tortora. La colonna sonora è stata composta da Paolo Reale, mentre l’organizzazione generale e la produzione esecutiva sono di Pierfrancesco Campanella.

Per il regista Emanuele Pecoraro, originario di Bagnoli del Trigno, si tratta di un ritorno al genere horror, dopo il suo discusso cortometraggio d’esordio “Solitudini pericolose”, noto per i problemi avuti con la censura, che in un primo momento ne aveva addirittura vietato la visione ai minori di anni diciotto. Di Pecoraro si ricordano anche i lusinghieri riscontri ottenuti con i suoi docufilm “La città d’acqua” e “28… ma non li dimostra”.

FOTOGALLERY PER GENTILE CONCESSIONE DELLA PRODUZIONE

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