La decisione del Comitato Intergovernativo riunitosi a Bogotà. Soddisfazione espressa dal presidente della Regione Toma, dal vicepresidente Cotugno, dalla Coldiretti e soprattutto della famiglia Colantuono di Frosolone


FROSOLONE. Fine dell’attesa e spazio all’esultanza: la transumanza, tradizionale pratica pastorale di migrazione stagionale del bestiame lungo i tratturi e verso condizioni climatiche migliori, è stata iscritta, all’unanimità, nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

La decisione a Bogotà, in Colombia, a seguito della riunione dell’apposito Comitato intergovernativo.

Grande la soddisfazione espressa dai ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e dell’Ambiente, Sergio Costa. Ma ancor più grande, perché probabilmente più sentita, quella espressa dal vicepresidente della giunta regionale Vincenzo Cotugno, che ha parlato di risultato straordinario, e della famiglia Colantuono. “Un risultato che riconosce come un bene dell’umanità – ha affermato appena appresa la notizia – l’antica tradizione pastorale che rappresenta uno spaccato importante dell’identità del Molise. Un risultato che premia l’aver fatto squadra tra istituzioni locali e partner internazionali, grazie ai quali abbiamo raggiunto un riconoscimento ambito e certamente meritato. Un plauso anche alla caparbietà della famiglia Colantuono e di Nicola Di Niro. Una soddisfazione grandissima che premia fortemente il nostro Molise e la nostra immagine in tutto il mondo”.

Anche il commento dei Colantuono di Acquevive di Frosolone non ha tardato ad arrivare: “La soddisfazione è tanta, siamo tutti emozionati – hanno dichiarato – Vediamo parte dei nostri sacrifici ripagati e, in questa giornata, pensiamo a nonno Felice, il capostipite di quella che è la nostra transumanza oggi e a zio Antonio. Con Nicola Di Niro, direttore di Asvir Moligal (supportata da Geaco Srl), l’Agenzia che ha curato parte del lavoro di raccordo, abbiamo fatto il possibile per regalare questa gioia alla pratica della transumanza e al Molise. L’impresa è stata possibile solo grazie al partenariato che ha coinvolto tanti territori italiani, dalle Alpi al Meridione, che condividono con noi la pratica della transumanza. Senza unità d’intenti non avremmo mai ottenuto questo risultato. Ringraziamo perciò – conclude la famiglia di mandriani – tutti quelli che ci sono stati vicini. Parlo delle istituzioni romane che hanno fatto tanto”.