Il presidente del Consiglio dei Ministri oggi a Campobasso, in Prefettura per la sottoscrizione dello strumento, che stanzia per la regione fondi per 220 milioni di euro. “Il Molise e il Sud – le sue parole – non possono attendere” GUARDA I VIDEO


 di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. “Sono in Molise per la terza volta, ma tornerò per la quarta e la quinta volta. Questa non è una minaccia, ma la dimostrazione che lo Stato è con voi”.

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Scherza Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio, oggi a Campobasso per firmare il Cis Molise – 220 milioni di euro per 153 progetti – non si sottrae alla battuta. Lo fa con il solito stile confidenziale, senza tirarsi mai indietro alle domande dei giornalisti, all’arrivo in città, più di un’ora dopo il previsto, e al termine della cerimonia. E lo fa con i cittadini, che lo aspettano in piazza Prefettura per i selfie, per tendergli la mano, abbracciarlo. Anche per porgergli una rosa, come fa una signora.

Siete stati bravissimi – le sue parole – mi ricordo quando sono stato qui la prima volta, otto mesi fa, quando delineai una prospettiva che appariva futuribile. Mi ricordo ancora gli sguardi, di sorpresa, anche di scetticismo. Invece mi avete stupito, avete dato fondo a tanti progetti, tutti interventi utili per il territorio. Mi avete quasi messo in imbarazzo”.

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“Abbiamo archiviato – Conte ha ricostruito l’iter del Cis – la stagione nella quale in stanze lontane si disegnavano memorabili leve per lo sviluppo, straordinari interventi e si assegnavano famigerate risorse senza che poi accadesse nulla. Invece abbiamo chiesto a voi cosa pensavate fosse giusto fare, per moltiplicare e accelerare lo sviluppo della vostra regione, e abbiamo ricevuto una risposta straordinaria. Adesso sono state poste le basi perché tutto questo accada davvero – ha affermato ancora Conte – ora occorre lo stesso tempo per far sì che gli interventi si concretizzino. Sono sicuro manterremo lo stesso passo anche in questa seconda fase”.

Se i progetti finanziati sono più che raddoppiati – in un primo momento si era parlato di 66 proposte, diventate quindi 153 – tanti sono rimasti fuori. “A quelli che sono rimasti delusi, perché esclusi, voglio dire che questa non è una sconfitta – ha detto il premier – C’erano tanti progetti di grande impatto, anche strategici per il territorio, ma magari non erano cantierabili. Ora dobbiamo partire, altri progetti potranno essere ricompresi quando si libereranno altre risorse”.

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Un annuncio che è anche un impegno. Così come quello di intervenire per migliorare le infrastrutture e i collegamenti. “Coinvolgeremo Anas e Ferrovie – la precisazione del premier – quello che abbiamo firmato non è la panacea, ma uno strumento per risolvere i problemi e rilanciare lo sviluppo del teritorio. Il Molise e il Sud non possono tornare indietro”.

Va via Conte, e prima di andar via, dopo il bagno di folla con i cittadini rimasti ad aspettarlo in piazza, annuncia che tornerà ancora, “per la quarta, la quinta e anche la sesta, fino a quando sarò presidente e quando non sarò più presidente, perché il Sud è bellissimo e l’Italia è bellissima”. E perché, ha detto nel suo intervento in Prefettura, “non deve più succedere come era accaduto a Isernia, dove si aspettava un presidente in visita istituzionale dal 1968″. Da Aldo Moro.