Quindi, l’unico vulnus riconosciuto, e cioè la carenza di medici, è stato persino superato dalle recenti assunzioni.

“Il Tar – continua Romano – ha dato conto anche di questo: l’intervento dell’8 luglio del presidente del Tribunale Amministrativo Regionale, che con il decreto monocratico ha sospeso cautelarmente gli effetti del provvedimento di chiusura, è stato provvidenziale. Grazie a quella pronuncia, infatti, l’Asrem finalmente si è rimboccata la maniche.

Cosa sarebbe successo se il Tar non avesse concesso la sospensiva? Il Punto nascita sarebbe stato chiuso, l’Asrem molto probabilmente non avrebbe fatto concorsi per un reparto di fatto non operativo. Oggi di cosa avremmo discusso? Mi pongo questa domanda non per infierire ma per dire che, una volta chiuso, la strada sarebbe stata di certo in salita, vuoi perché le pazienti avrebbero dovuto giocoforza scegliere altri ospedali, vuoi per il mancato utilizzo delle strumentazioni, dei locali del reparto e così via”.

Il Tar dovrà esprimersi nel merito l’8 aprile 2020. Quali le attese? “Oggi il risultato è stato raggiunto, non al 50% ma al 100%. E in termini sostanziali. Processualmente è una cautelare e quindi ce la vedremo nel merito ma sostanzialmente oggi abbiamo vinto con sentenza definitiva, passata in giudicato per usare una metafora.

Ci è stata riconosciuta la fondatezza delle nostre preoccupazioni e il Tar ha anche evidenziato che è in atto questo percorso di incremento del personale: adesso sta alle amministrazioni portare a compimento il percorso, alla luce anche del Decreto Calabria. Oggi ci sono tutte le condizioni per poter effettivamente riprendere in mano una situazione che sembrava compromessa”.

Questi i punti salienti dell’ordinanza.

“Premesso altresì che parte ricorrente ha lamentato l’illegittimità dei provvedimenti impugnati (anche) sotto il profilo della carenza di istruttoria e del difetto di motivazione, con particolare riferimento alla omessa valutazione delle conseguenze della sospensione dei ricoveri rispetto alla sostenibilità dell’offerta assistenziale nel territorio di riferimento;
Rilevato che, sotto tale particolare profilo, i provvedimenti impugnati sono essenzialmente ispirati da una logica emergenziale correlata alla limitata disponibilità di personale medico e non sembrano assistiti da idonee valutazioni e da puntuali riscontri istruttori volti ad apprezzare – in senso compiuto e coordinato – le conseguenze delle sospensione (anche in considerazione dell’incremento demografico nel corso della stagione estiva), e comunque ad accertare la concreta ed effettiva possibilità per gli utenti di avvalersi di strutture limitrofe in condizioni di tempestività e sicurezza, tanto in ambito regionale, quanto in ambito extraregionale;
Ritenuto che le dette carenze non consentono di individuare, nel breve periodo, scenari assistenziali alternativi rispetto alla soluzione in atto, ciò che, in ultima analisi, si traduce in un rischio di inadeguatezza delle specifiche organizzative del servizio rispetto alla effettiva tutela del diritto alla salute degli utenti;
Viste le deliberazione del D.G. n. 784/10.07.2019 e n. 811/12.07.2019 con cui l’Azienda sanitaria si è attivata al fine di provvedere alla assunzione di ulteriore personale medico specializzato in Ostetricia e Ginecologia;
Ritenuto pertanto, all’esito della sommaria delibazione propria della presente fase, che sussistono i presupposti per accordare la tutela cautelare richiesta dai ricorrenti, disponendo la sospensione dell’efficacia dei provvedimenti impugnati, fermo restando il rispetto degli standard per l’erogazione del servizio in condizioni di sicurezza;
Ritenuto che sussistono giustificati motivi per compensare le spese della presente fase;
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Molise (Sezione Prima), accoglie la domanda cautelare e per l’effetto sospende l’efficacia dei provvedimenti impugnati.
Fissa per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 08.04.2020”.

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