Il dottor Dino Sassi presenta un esposto in procura dopo una procedura selettiva che lo avrebbe escluso a favore di altri candidati nonostante i titoli in suo possesso


ISERNIA. Finisce all’attenzione della procura della Repubblica il caso degli incarichi dirigenziali conferiti dall’Asrem lo scorso 27 dicembre. L’Azienda sanitaria regionale del Molise, in quella data, ha proceduto ad assegnare i ruoli di responsabile delle Unità Operativa Semplice di Direzione Medica dei plessi ospedalieri di Isernia, Agnone e Termoli, del Dipartimento di Prevenzione e del Dipartimento di Salute mentale e delle dipendenze, facendo seguito a un avviso interno per titoli dell’aprile 2018, il n. 5686, rivolto ai dirigenti con rapporto di dipendenza con l’Azienda sanitaria, esperienza professionale non inferiore ai 5 anni e almeno triennale nell’attività oggetto dell’avviso.

L’affidamento degli incarichi avviene sulla base di una valutazione comparativa delle esperienze di studio e professionali risultanti dal curriculum vitae nonché delle attitudini dei dirigenti stessi. E proprio qui, sui curricula dei vincitori e degli esclusi, si incardina una circostanziata denuncia, fatta dal dottor Celestino Sassi dell’ospedale Veneziale di Isernia – assistito dagli avvocati Roberto Guidi e Pietro Sarrocco – con la quale si contesta la presunta alterazione della procedura selettiva a discapito dello stesso Sassi.

Secondo tale denuncia, il risultato della selezione sarebbe stato, in sostanza, quello di escludere l’unico candidato in possesso di tutti i requisiti richiesti per assumere la funzione di responsabile di Unità Operativa Semplice di Direzione Medica. Almeno sette le persone denunciate, tra dirigenti Asrem firmatari degli atti relativi alla procedura selettiva e candidati risultati vincitori delle varie sedi. Oggetto della censura, in particolare, la valutazione espressa dall’ex direttore sanitario dell’ospedale regionale, che, come si legge in una nota inviata dallo studio legale che assiste Sassi, avrebbe “riportato in modo parziale e non obiettivo il contenuto dei curricula dei diversi candidati” per proporre due dottoresse risultate assegnatarie in danno del concorrente più qualificato.

L’assegnazione degli incarichi, in pratica, avrebbe violato, secondo la denuncia di parte, le regole di valutazione e selezione dei candidati; da qui la richiesta alla procura di procedere per abuso d’ufficio contro tutti i soggetti coinvolti nella procedura succitata. La posta in gioco – si legge nella nota degli avvocati – non è rappresentata soltanto dalle prospettive di carriera del medico che si lamenta vittima di favoritismi, ma anche di meritocrazia alla rovescia, che danneggia infatti gli utenti dei servizi pubblici, incide sulla qualità della sanità regionale e scarica i suoi effetti sulla salute e sulle tasche dei cittadini. Per questo, sulla vicenda non potrà non pronunciarsi anche la struttura commissariale della sanità molisana”.

 

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