Tre gli imputati per la morte del 45enne di origini romane. Stamani il gup di Isernia ha disposto il processo in Corte d’assise a Campobasso per due ex compagni di cella dell’uomo. Una terza persona accusata ha chiesto il rito abbreviato: andrà a giudizio il 2 luglio nel capoluogo pentro


ISERNIA. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Isernia ha rinviato a giudizio, dinanzi alla Corte d’assise di Campobasso, 2 dei 3 imputati per la morte di Fabio De Luca, detenuto di origini romane che perse la vita in circostanze poco chiare nel carcere di Isernia nel novembre 2014. La decisione è arrivata stamani; il terzo uomo, invece, ha chiesto il rito abbreviato. La sua posizione sarà discussa davanti al gup Michela Sapio il prossimo 2 luglio.

Erano i primi di novembre del 2014 quando Fabio De Luca, 45 anni, recluso da un mese a Ponte San Leonardo per rapina ai danni della madre residente a Isernia, viene portato d’urgenza all’ospedale Veneziale con pesanti traumi alla testa. Si parla di caduta accidentale. L’uomo, secondo le ricostruzioni della Squadra Mobile di Campobasso, che indagava sul caso, si era recato in un’altra cella per prendere una gruccia quando, alla presenza di due detenuti, avrebbe battuto la testa e sarebbe finito in coma. A dare l’allarme, a quanto pare, furono proprio i due detenuti che si trovavano in cella con lui, originari di Napoli, più un terzo individuo. Il reato ipotizzato inizialmente era quello di morte o lesioni come conseguenza di altro delitto. Le gravi condizioni in cui versava – grave trauma cranico e conseguenti lesioni cerebrali all’altezza della nuca – ne determinarono il trasferimento a Campobasso per essere sottoposto a intervento chirurgico alla testa. L’11 novembre, dopo circa una settimana di agonia in rianimazione, De Luca muore al Cardarelli a seguito dei traumi riportati. Ma qualcosa non quadra.

Due giorni dopo il decesso viene eseguita l’autopsia. L’esame certifica che le ferite di De Luca sono incompatibili con quelle di una caduta accidentale. Nella relazione del medico legale Vincenzo Vecchione si legge “trauma cranico multifocale”. Inizia a farsi strada l’ipotesi di un pestaggio in cella. Tre ex compagni di detenzione della vittima furono accusati di omicidio dalla procura di Isernia. Due di essi vengono arrestati, poi rilasciati. Ma la ricostruzione dell’accusa stabilisce che De Luca sarebbe stato ridotto in fin di vita dai tre soggetti e morto a seguito delle percosse ricevute in un’imboscata: un regolamento di conti tra detenuti.

La famiglia di De Luca, tramite l’avvocato Galeazzo, si è già costituita parte civile e chiede che sulla storia di Fabio venga fatta chiarezza e giustizia.

Pietro Ranieri 

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