Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale prende spunto dal suo leader Di Maio ma applica il concetto al governatore: ha confermato i dirigenti di Frattura, ha aumentato i costi della politica, non ha risolto alcun problema e finge che vada tutto bene


CAMPOBASSO. Ribaltando il concetto, Andrea Greco – istrionico capogruppo dei portavoce del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale – ha preso carta e penna e ha messo nero su bianco le attività dell’esecutivo in questi quasi otto mesi di governo di centrodestra.

La lista delle cose fatte, da Toma però. Il botto di Capodanno è servito: fa rumore e di certo scatenerà la controffensiva.

Al primo posto delle azioni portate a compimento dal Governo Toma entrano, di diritto, le riconferme dei dirigenti dell’era centrosinistra, trovati a Palazzo Vitale e lì rimasti. Con il centrodestra.

lista greco 30 dicembre 2018

Al secondo posto, secondo Greco, Toma è stato impegnato ad aumentare i costi delle segreterie particolari degli assessori, fino a raggiungere ‘quota 800’, però in migliaia di euro. A seguire, poi, il governatore ha portato a termine parecchie altre azioni: ad esempio, la creazione del gruppo politico ‘Toma presidente’ a Palazzo D’Aimmo “per avere a disposizione altri 3.700 euro per le assunzioni”, scrive Greco di suo pugno. E poi c’è la ‘spunta’ sulle nomine di candidati evidentemente ‘trombati’ alle elezioni “anche se non hanno alcuna competenza” come ad esempio quelli finiti alle disciolte (su carta) Comunità Montane.

Dal sesto posto in poi, la lista si fa più politica: la bocciatura avvenuta in Consiglio regionale della proposta di legge del Movimento che avrebbe voluto abolire l’istituto della surroga (e cioè la sostituzione dei consiglieri nominati assessori con i primi dei non eletti della stessa lista)? Fatto!

Nominare un assessore esterno? Fatto! Consentire al consigliere (presidente di Commissione e sottosegretario) Quintino Pallante le stesse segreterie di un assessore per 100mila euro annui? Fatto!

E poi continuare a non pagare le imprese edili, approvare leggi incostituzionali, non risolvere i problemi del trasporto pubblico locale, aumentare i costi della politica, non rispondere alle minoranze, lasciare gli enti regionali allo sbando (leggasi Molise Acque), provare a prolungare la ‘vita’ dell’Ufficio di Presidenza (la famosa legge ‘salva-Micone’ oggetto di una seduta notturna di Consiglio finita con un emendamento che rimanda tutto alla prossima legislatura).

Dulcis in fundo, per la serie ‘oltre al danno, la beffa’, per Greco c’è la propensione di Toma a mascherare il disastro facendo finta che vada sempre tutto bene, tanto da farsi ritrarre con il pollice alzato. Alla Fonzie, in pratica.

Tutto qui? Il diario di Toma con gli obiettivi realizzati in questi sette mesi di legislatura sono solo questi? “Serviva più spazio, ma il foglio era finito” spiega sarcastico Greco, commentando i ‘17 obiettivi #perbene’ centrati – a suo dire – dal governatore. Che qualcosa di certo s’inventerà per rispondergli. C’è da scommetterci.

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