Domani si celebra il ‘compleanno’ della Regione, nata il 27 dicembre del 1963. E’ il presidente del Consiglio regionale a rimarcare l’importanza e l’attualità di questa giornata per chi vive qui e per chi è andato via


CAMPOBASSO. Cinquantacinque candeline per la Regione Molise, ‘nata’ il 27 dicembre del 1963 grazie a una disposizione transitoria che consentì di derogare ai limiti imposti dall’art. 132 della Costituzione italiana.

All’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana fu prefigurata la formazione di due distinte regioni, l’Abruzzo e il Molise, tant’è che furono fatte votare separatamente già per le elezioni del Senato nel 1948. La decisione finale, però, fu poi procrastinata a data da destinarsi, data che arrivò nel 1963. Unico caso della storia dell’Italia repubblicana di formazione di una regione per distacco da un’altra.

molise

Dal 1963 ad oggi, l’autonomia è stata – ed è ancora – messa in discussione (non da ultimo anche dal già ministro molisanissimo Antonio Di Pietro) a fronte di una limitata popolazione, che invecchia, e di una costante e preoccupante fuga dei cervelli che di fatto sta portando un progressivo e allarmante spopolamento.

Ma i compleanni si festeggiano, anche se il tempo passa e gli acciacchi si fanno sentire.

Ed è il presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, a rimarcare l’importanza di ripartire da questa giornata, “che è la festa di tutti i molisani che vivono nel nostro territorio e in giro per il mondo, per rifarci all’entusiasmo e al coraggio dei nostri ‘antenati’ politici che riuscirono con la tenacia sannita in un’operazione di architettura istituzionale e politica improbabile se non impossibile” per “lottare per i diritti di questa terra, per l’affermazione dei principi costituzionali di solidarietà e sussidiarietà verticale e orizzontale, per servizi proporzionati alla nostra morfologia e alla demografia. Una battaglia difficile che però deve essere combattuta con unità di intenti tra le forze politiche le quali certamente possono dividersi per la ‘ricetta’ da attuare per lo sviluppo, ma ogni ricetta ha bisogno di ingredienti per essere realizzata e gli ingredienti istituzionali sono l’autonomia formale e sostanziale della Regione. Diversamente rischiamo di tornare ad essere periferia abbandonata di realtà più grandi e storicamente e identitariamente già definite da secoli.

Auguri a tutti i cittadini molisani, auguri a tutti i loro rappresentanti politici di ogni schieramento, auguri alle aziende e ai loro lavoratori che con tenacia restano ad operare in questa terra, auguri al mondo della scuola che deve formare i nostri giovani e renderli degni della storia millenaria del luogo in cui sono nati, auguri ai nostri corregionali che sono dovuti andare a lavorare all’estero ma che hanno lasciato il cuore in questi nostri borghi, auguri ai nostri anziani che ci hanno donato una realtà migliore di con loro l’avevano trovata, con l’auspicio che tutti insieme potremo rinnovare l’impegno a lavorare per questo nostro amato Molise”.

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