Contattato da isNews, uno dei titolari dell’azienda, Carlo Izzi, spiega come la proprietà si sia messa a studiare alacremente, supportata dai propri consulenti di fiducia, una strategia per venire incontro il più possibile alla donna e lanciarle un messaggio tangibile di solidarietà. Viene dunque stipulato un accordo di secondo livello – ovvero una contrattazione tra datore di lavoro e organizzazioni sindacali che permette di derogare al Ccnl – con il quale è stabilita una sorta di estensione del Jobs Act anche alle situazioni di assistenza tra coniugi. Del resto, la norma non prevede espressamente che la cessione delle ferie possa avvenire in una fattispecie del genere, ma neppure lo vieta: di qui, dunque, l’escamotage che da ora consente le ferie solidali tra dipendenti della Izzi che debbano prestare cure non solo ai figli minori, ma anche ai parenti più stretti in generale.

soliderietaQuando i fratelli Izzi comunicano ai propri dipendenti la possibilità tecnica di aiutare la dipendente in stato di necessità, la risposta non si fa certo attendere: tutti i 36 colleghi della donna – non solo quelli in forza presso il punto vendita di Isernia, che la conoscono direttamente, ma anche i lavoratori di Venafro e Castel di Sangro, immedesimandosi nella situazione – sposano subito la causa di solidarietà e donano spontaneamente e in forma anonima una fetta delle proprie ferie, arrivando a sommare ben 610 ore.

Non solo: nell’ambito dell’accordo integrativo l’azienda vuole essere direttamente solidale; riconosce pertanto un 25 per cento ulteriore rispetto alle ferie donate, consentendo così di far cumulare alla lavoratrice oltre 750 ore. La donna, dunque, ha potuto beneficiare del fattore tempo, avendo così le ore necessarie per la cura e la vicinanza al marito, e del fattore economico, perché in queste giornate, ‘addebitate’ ad altri, è come se fosse stata presente sul posto di lavoro.

Di fronte a un gioco di squadra condiviso che le ha permesso di far fronte alla situazione di emergenza, la diretta interessata ha voluto scrivere insieme al consorte una toccante lettera di ringraziamento verso tutti i protagonisti di questa bella storia, colleghi e datori di lavoro.

Ad oggi, purtroppo, sono ancora pochi i contratti collettivi che hanno regolamentato le ferie solidali e, in mancanza della disciplina della cessione delle ferie, non è possibile donare a chi ne abbia necessità. Di qui l’auspicio di Carlo Izzi: “Sarebbe un bel segnale se nel nostro Ccnl, come anche in altri, si prevedessero possibilità più ampie di cessione delle ferie per finalità solidali. Occorrerebbe uno sforzo a livello nazionale, in tal senso, per il bene di tante famiglie. Noi, come azienda, abbiamo sentito il dovere di restituire al territorio almeno un po’ di quanto ci è stato dato e lo abbiamo fatto tendendo la mano verso una nostra dipendente. Riteniamo sia importante occuparci del benessere dei nostri lavoratori, stando attenti alle esigenze che possano subentrare nel corso della vita, anche le più delicate. Lo spirito di squadra e di collaborazione che si è percepito in questa vicenda era palpabile, impossibile non assecondarlo. Lo abbiamo fatto con convinzione e abbiamo istituito un precedente, sperando che non ci siano altre gravi situazioni per cui farvi ricorso. Ma intanto lo strumento c’è”.

Una lezione di etica e di attenzione al sociale, quella che arriva dal team della Izzi al gran completo: una bella storia, a pochi giorni dal Natale, che potrebbe essere di esempio anche per altri imprenditori. Non solo locali.

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