Il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Simone Cretella, ripercorre la vicenda che si trascina da anni: l’Amministrazione ha il dovere di rimuoverle e di chiarire anche come mai siano state posizionate lì
CAMPOBASSO. Trattandosi di un castello, non può che nascondere un mistero. Che, in questo caso, fa rima con le antenne e i ripetitori installati sul monumento simbolo del capoluogo regionale, il Castello Monforte. La questione, datata nel tempo, arriva ad un punto fermo, che aggiunge suspance: chi ha autorizzato l’installazione delle antenne? Esiste qualche carteggio che possa chiarire perché si è deciso di utilizzare il monumento cittadino come ‘casa’ per antenne e ripetitori? A detta del consigliere comunale Simone Cretella non vin sarebbe alcuna traccia né di documenti ufficiali né di autorizzazioni.
Il portavoce del Movimento 5 Stelle ripercorre la vicenda che, anche in questa consiliatura, è stata molte volte al centro del dibattito politico.
“Potrebbe essere tutto abusivo, se abusivo può definirsi un impianto montato su un monumento storico senza alcuna autorizzazione, né del proprietario dello stabile (Comune), né della Soprintendenza ai beni paesaggistici e monumentali. Ce ne stiamo occupando da anni – spiega il portavoce dei 5 Stelle – chiedendo, in ogni sede deputata, un rapporto dettagliato di tutte le installazioni presenti sul maniero cittadino, ma nessuna risposta è mai giunta dalla preposta struttura comunale.
Persino a seguito di formale istanza di accesso agli atti, gli uffici comunali dell’Urbanistica non sono stati in grado di fornire alcuna risposta, peraltro omettendo palesemente gli obblighi di legge che impongono, in ogni caso, una risposta al richiedente”.
Da una recente Commissione Consiliare convocata proprio per dirimere la questione, alla presenza dell’Assessore e del dirigente al ramo, “si è ufficialmente appreso che non esiste alcun carteggio, richiesta o autorizzazione agli atti del Comune, circa gli impianti di ricetrasmissione ancorati al monumento. Come, quando e da chi siano stati montati, resta quindi un autentico mistero.
Ancora più paradossale – continua Cretella – il fatto che alcune delle antenne e dei ripetitori, sembrerebbero addirittura essere di pertinenza comunale, probabilmente per esigenze dei Vigili Urbani, della rete scolastica e della videosorveglianza; ma anche in questo caso non esiste uno straccio di documento, benché alcuni di questi impianti potrebbero essere stati montati molto recentemente.
Completamente estranea alla vicenda anche la Soprintendenza ai beni paesaggistici e monumentali, mai intervenuta nel merito, proprio per la carenza di istruttorie complete e regolari.
La procedura corretta, infatti, prevedrebbe che il Comune, dopo aver ricevuto una istanza da parte del soggetto privato o pubblico che sia, inoltri la pratica alla competente Soprintendenza, chiamata ad esprimere un parere vincolante ai fini del rilascio o del diniego dell’autorizzazione. La stessa Soprintendenza, dopo aver rispedito all’ente l’istruttoria corredata del parere, non essendo dotata di organi di controllo e vigilanza, demanda agli stessi enti che dovranno rilasciare l’autorizzazione (quindi al Comune), il compito di vigilare sul rispetto di norme ed eventuali prescrizioni”.
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