Presentato il progetto dell’ateneo molisano e del MeCi che si snoda in quattro tavoli tematici interdisciplinari


CAMPOBASSO. “L’Università del Molise si pone come punto di riferimento per la comunità locale per il fenomeno migratorio e di tutto ciò che vi gira intorno a livello strutturale – e non emergenziale – arricchendola di competenze per rendere positive le dinamiche di integrazione nelle aree interne in via di spopolamento”.

A parlare è la professoressa Hilde Caroli Casavola, una delle direttrici scientifiche del progetto (l’altra è la professoressa Flavia Monceri) “Migranti e Comunità inclusive: diritti, pratiche di cittadinanza, prevenzione dei rischi” promosso dall’Università degli Studi e dal MeCi (Migranti e Comunità inclusive). L’iniziativa è partita già oggi con l’attivazione di quattro tavoli tematici interdisciplinari cui ha avuto accesso chi gestisce o rappresenta i centri per i migranti: comunicazione interculturale, dialogo, pratiche di cittadinanza (tavolo A, responsabile la professoressa Flavia Monceri); informazione, formazione, progettazione e consulenza giuridica (tavolo B, responsabile la professoressa Hilde Caroli Casavola); attività motorio-sportive, prevenzione dei rischi e salute (tavolo C, responsabile il professor Germano Guerra); progettazione e realizzazione di App di servizio per migranti e comunità (tavolo D, responsabile il professor Giovanni Maddalena).

“L’occupazione è un ottimo veicolo per integrare bene i migranti in questo progetto di durata biennale fino al 2020 – ha spiegato ancora la professoressa Caroli Casavola – e molto spesso c’è un approccio assistenziale o addirittura paternalistico verso questi ragazzi che arrivano in Italia, per cui si pensa che sia un’azione umanitaria quella di aiutarli. Ma non bisogna dimenticare – ha sottolineato – che molto spesso sono persone adulte, già formate e vanno trattate come individui responsabili e capire cosa loro possono dare di più a noi. Chi arriva in un contesto nuovo da un background diverso apporta nuovi spunti e questo è un elemento storicamente dimostrato con la fioritura della società, come è accaduto nel Rinascimento con l’arrivo dei turchi con nuovi fermenti culturali. Ciò che è sotto i nostri occhi quotidianamente e che ci sembra scontato – ha concluso la professoressa Caroli Casavola – guardato da occhi diversi cambia significato anche per noi e questo è un arricchimento ed è la chiave migliore per inquadrare il nostro progetto”.

Antonio Di Monaco

 

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