Comincia questa sera con la Messa ‘in coena domini’ il momento culminante della Settimana Santa. Domani la processione del Cristo Morto lungo le vie della città


ISERNIA. Con la Messa ‘in coena domini’ comincia oggi il Triduo Pasquale, momento culminante della Settimana Santa cominciata tre giorni fa con la domenica delle Palme in cui in tutte le chiese cattoliche si è ripercorsa la passione di Gesù Cristo, dall’Ultima Cena fino alla morte e deposizione nel sepolcro.

“Nella Settimana Santa la Chiesa celebra il centro della fede cristiana che si realizza nella Passione, Morte e Resurrezione di Gesù. Questi eventi, che rappresentano il culmine dell’azione salvifica di Cristo – spiega una nota pubblicata sul sito internet della diocesi pentra –, vengono ricordati dai cristiani con suggestive cerimonie molto antiche, ma allo stesso tempo molto attuali nelle quali, attraverso numerosi segni sacramentali, viene riattualizzata la grazia santificante della Redenzione”.

Nella mattinata odierna, nella Cattedrale di Isernia, il vescovo della diocesi di Isernia-Venafro, Camillo Cibotti, ha presieduto la Messa Crismale, solenne concelebrazione che vuole rappresentare l’unità della Chiesa locale raccolta intorno al proprio vescovo. Ad essa, infatti, sono invitati tutti i sacerdoti della diocesi i quali rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione. Inoltre, in questa occasione, monsignor Cibotti ha consacrato gli olii santi, il crisma, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi, che saranno poi usati durante tutto il corso dell’anno liturgico per celebrare i sacramenti del battesimo, della cresima, dell’ordine sacro e dell’unzione degli infermi.

Nel tardo pomeriggio, invece, nelle varie chiese, verrà ricordata l’Ultima Cena, con l’istituzione del sacramento dell’Eucarestia, all’interno della quale il celebrante riproporrà il gesto della “lavanda dei piedi”, con il quale Cristo, in segno di umile servizio, lavò i piedi ai dodici Apostoli. Al termine della celebrazione, gli altari principali verranno spogliati di tutti gli addobbi, mentre l’eucarestia sarà tolta dal tabernacolo per riporla in un altare provvisorio adornato per l’occasione di fiori e luci, l’altare della ‘reposizione’, impropriamente detto ‘sepolcro’. Contemporaneamente verranno svuotate le acquesantiere (che poi saranno riempite con l’acqua benedetta nella notte del Sabato Santo), verranno legate le campane (quelle ancora con il funzionamento manuale) e coperti con tessuti i crocifissi.