Guadagna ancora una ribalta il pregiato prodotto dell’azienda Campi Valerio. L’imprenditore racconta la filosofia aziendale restituendo uno spaccato del Molise e della sua tradizione contadina (GUARDA IL VIDEO)


ISERNIA. La campagna sul vino Pentro 2011 dell’azienda Campi Valerio ha praticamente fatto il giro del mondo in pochi attimi. Con un video sulla pagina Facebook che racconta la genesi del pregiato prodotto è diventato virale sul web, per una ribalta come poche per il Molise intero.

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Uno spaccato del territorio è, infatti, protagonista e si mostra al pubblico nella sua veste ricca di tradizione, di sapore, di colore. A narrare questo territorio e il suo raccolto la voce dell’imprenditore che ha scommesso sulle sue radici quali chiave del successo: Antonio Valerio. Il noto architetto ha raccontato la filosofia della sua azienda, alla base della “straordinarietà e dell’unicità del Pentro”.

La cantina Campi Valerio – si apprende – nasce con la volontà di “raccontare un popolo e la sua terra attraverso il vino”. Con una visione per la quale “il campo non è considerato un semplice pezzo di terra, bensì una fonte di sostentamento: è l’orto, la vite e l’ulivo. Un luogo che ha creato e trasmesso valori”. Per condurre un campo – spiega l’imprenditore isernino – “ci vuole l’anima”. E “un vino che nasce in questo luogo è un vino capace di invecchiare”. Caratteristica speciale del Pentro, “che – prosegue Valerio – è molto probabilmente uno dei vini più rari del mondo. Una denominazione di origine controllata che produciamo esclusivamente noi. Abbiamo modificato il disciplinare nel 2014 inserendo il Tintilia che va a rafforzare l’identità di questa denominazione, in quanto fissa i limiti di produzione al di sopra dei 200 metri sul livello del mare”.

Un vino, dunque, prodotto con uva dalle caratteristiche uniche, come il popolo che la produce: “Dura, ruvida, caparbia e tenace, che deve essere ammorbidita nel tempo. Il vino – svela l’architetto Valerio – ha bisogno di evolvere, di esprimere i valori della ruralità: devi avere la capacità di aspettare per goderne. La pianta restituisce il suo vissuto nel bicchiere”. Va da sé che bere un sorso di vino diventa molto di più: “È appagare lo spirito – conclude – è l’esperienza di un sogno”.