L’ex sindaco di Capracotta: “Questa proposta permette di selezionare la classe politica.  Le liste devono essere collegate al candidato presidente. Soluzioni diverse fanno solo gli interessi dei singoli e dei partiti”


ISERNIA. In pieno dibattito sulla riforma elettorale, dal territorio pentro si erge una voce ‘fuori dal coro’. O meglio un parere che non riscontra, nella proposta di legge al vaglio della maggioranza regionale, reali effetti penalizzanti per la provincia di Isernia. Ad intervenire sull’argomento è l’ex sindaco di Capracotta Antonio Monaco favorevole al collegio unico e contrario al voto disgiunto. “La richiesta che viene dal territorio della provincia pentra di una maggiore rappresentanza nel prossimo consiglio regionale non è da sottovalutare, ben vengano quindi accorgimenti in tal senso – afferma – Ma nello stesso tempo di ‘condominio’ ne basta uno ed il collegio regionale unico è la strada da perseguire con l’auspicio di poter selezionare una nuova classe politica regionale in grado di affrontare le sfide del futuro e le difficoltà che attanagliano la nostra Regione, con rappresentanti che devono operare al di fuori delle logiche che li legano al proprio recinto elettorale. I futuri consiglieri regionali – prosegue Monaco – devono rispondere all’intero territorio della regione perché finora abbiamo dovuto riscontrare che gli amministratori regionali spesse volte si sono comportati da consiglieri comunali o intercomunali. Ben venga, quindi, il collegio unico regionale con la responsabilità che ricade esclusivamente sui partiti di presentare candidati spendibili in grado di garantire la giusta rappresentanza a tutti i territori nel nuovo consiglio regionale. E’ importante che i candidati si confrontino con tutto l’elettorato molisano e i futuri eletti, dopo aver ottenuto il consenso dell’intero elettorato, andranno ad amministrare investiti da un ampio mandato”. E non è tutto. “L’elettore, inoltre, – argomenta Antonio Monaco – deve poter esprimere la propria preferenza per il candidato senza che il suo voto possa trascinare all’elezione altri che, per effetto di spartizioni partitiche, si sono appollaiati in un posto al sole nel listino maggioritario, per questo ben venga l’abolizione del listino prevedendo contestualmente un premio di maggioranza, per garantire stabilità politica e governabilità. Il voto di genere sarebbe un’ulteriore auspicabile innovazione che la riforma elettorale deve affermare con fermezza e senza indugi, come pure l’abolizione del voto disgiunto. Quest’ultimo è fuori di ogni regola, c’è un candidato Presidente e a lui sono legate le liste dei candidati. Mantenere il voto disgiunto, come qualcuno propugna, – conclude – non ha nulla a che vedere con la governabilità della Regione e con gli interessi della popolazione molisana, chi pensa ancora a questa impostazione elettorale lo fa semplicemente guardando a interessi personali e di partito che ai cittadini non interessano più di tanto”.