I giudici africani saranno a Roma per ascoltare le testimonianza dei genitori e dello zio sacerdote della dottoressa di Trivento, assassinata nel villaggio di Watamu, dove lavorava come volontaria, mentre cercava di proteggere la madre dall’assalto di alcuni banditi


CAMPOBASSO. Omicidio della dottoressa di Trivento Rita Fossaceca, da domani 1° agosto e per alcuni giorni, il processo si terrà in Italia, presso l’Ambasciata del Kenya a Roma. I giudici africani saranno nella capitale per tenere almeno tre udienze, fino alla fine della settimana.

Ad annunciare lo spostamento del processo l’avvocato Giulia Lozzi, che assiste la famiglia Fossaceca. “Occorre raccogliere la fondamentale testimonianza di chi, quella tragica sera, ha assistito al delitto”, ha spiegato il legale.

Nelle udienze, che si svolgeranno in videoconferenza con il Kenya per consentire anche la partecipazione degli avvocati e dei testimoni africani, i giudici ascolteranno le deposizioni di alcuni poliziotti e medici, poi, il 2 agosto, saranno sentite le due infermiere di Novara che erano impegnate come volontarie in Kenya insieme alla dottoressa. Il giorno successivo sarà la volta della zio, il sacerdote don Luigi Di Lella, e dei genitori della Fossaceca.

Sul banco degli imputati, per il delitto avvenuto nell’abitazione della dottoressa molisana la sera del 28 novembre 2015 durante una rapina, ci sono due persone. Rita Fossaceca, medico di Trivento che lavorava a Novara, fu uccisa da un commando di rapinatori nel piccolo villaggio di Watamu, del distretto di Malindi, a nord di Mombasa.

In Africa per conto della ‘For Life Onlus’, associazione umanitaria internazionale, era tornata nell’orfanotrofio da lei creato per realizzare il suo sogno: aiutare i bambini. Rita fu uccisa da un colpo di pistola mentre cercava di proteggere la madre, assalita con un machete. I banditi ferirono gravemente anche gli altri suoi familiari presenti.

Anche la Procura di Roma, in seguito alle denunce dei genitori di Rita, dello zio sacerdote e di due infermiere volontarie dell’ospedale di Novara che hanno assistito al massacro, due anni fa aprì un fascicolo penale, disponendo una rogatoria internazionale. Le indagini sono affidate al pubblico ministero Sergio Colaiocco, lo stesso che si sta occupando del caso di Giulio Regeni.