La Regione Molise approva un ordine del giorno che affida all’ufficiale di governo competenze di amministrazione attiva, spettanti alla politica, e ben diverse da quelle ispettive e di controllo, non cumulabili in un unico organo. Guida precisa: esula da quanto concordato il 23 maggio. E trova piena sintonia nel presidente del tribunale Di Giacomo


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Fernando Guida chiarisce i termini della collaborazione con la Regione Molise. Intervenendo sul tema dell’inquinamento ambientale nella piana di Venafro, il prefetto di Isernia spiega che la delega ipotizzata dal Consiglio regionale nel proprio ordine del giorno non è compatibile con il principio del nostro ordinamento che non consente di cumulare, nella stessa materia – nel caso in questione quella ambientale – poteri di controllo e funzioni di amministrazione attiva, come quelle da esercitare per l’adozione del piano di azione previsto dall’articolo 10 del Decreto legislativo n. 155/2010.

LA NOTA DEL PREFETTO. Da organo dello Stato, Guida si muove per vie istituzionali, attraverso una nota inviata ai vertici regionali e al presidente del tribunale subito dopo l’approvazione, lo scorso 6 giugno a Palazzo D’Aimmo, di un ordine del giorno ad hoc sul tema dell’inquinamento nel Venafrano. Una missiva nella quale il prefetto ricostruisce, punto per punto, le intese intercorse all’esito dell’incontro tenutosi il 23 maggio tra presidente del Consiglio regionale, presidente della Giunta regionale, presidente del tribunale, procuratore della Repubblica e prefetto per cercare di garantire un sistema di controlli più elaborati dell’aria, della terra e dell’acqua, volti a  verificare se gli agenti inquinanti superino o meno le soglie di allarme previste dalla legge.

IL PRIMO ACCORDO. Lo scorso 23 maggio, presso il tribunale di Isernia, su iniziativa del presidente del consiglio regionale Vincenzo Cotugno, si tiene una riunione con la partecipazione del presidente del palazzo di giustizia Di Giacomo, del procuratore capo della Repubblica Paolo Albano, del prefetto Guida e dell’assessore regionale all’ambiente Vittorino Facciolla. Un vertice delicato, atto ad analizzare l’allarme ambientale denunciato dalle popolazioni residenti nella piana di Venafro, con gravi conseguenze sulla salute pubblica. L’esito concordato in quella sede: la Regione Molise “avrebbe chiesto formalmente e ufficialmente al prefetto di Isernia, conferendogli apposita delega e ogni necessaria copertura finanziaria, di procedere, attraverso organi e laboratori esterni e indipendenti designati dal prefetto stesso, a un celere campionamento di analisi sull’intero territorio della piana di Venafro, con prelievi diffusi  sul terreno, sull’aria e con quant’altro necessario, al fine di verificare se i dati raccolti siano o meno conformi alla vigente legislazione”.

vincenzo cotugno foto ottimaL’ODG DEL CONSIGLIO: CAMBIANO LE CARTE. Passano due settimane e il presidente Cotugno (nella foto) investe del problema il Consiglio regionale. Il 6 giugno, l’aula approva all’unanimità un ordine del giorno che “impegna il presidente della Giunta, unitamente all’intero Governo regionale, a porre in essere, così come previsto dall’articolo 10 del Decreto legislativo 155/2010, un idoneo piano di azione nel quale prevedere gli interventi da attuare in breve temine, al fine di monitorare il livello degli inquinanti di cui all’articolo 1, commi 2 e 3 (biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo, PA110, PA125, arsenico, cadmio, nichel, benzopirene e ozono) del Decreto in questione, per verificare se tali agenti inquinanti superino le soglie di allarme previste dalle stesse nome” e, a tal fine, “conferisce al prefetto di Isernia il coordinamento del richiamato piano di azione”.