MARIANI: PRONTO A REGALARE IL TITOLO. L’uomo più atteso, tuttavia, è Mario Mariani, valore aggiunto della nuova società.La mia presenza – afferma – sulla scorta di un’esperienza pluriennale nel calcio, è volta a rafforzare e migliorare questa squadra, che deve riuscire a decollare nei campionati che merita. Al momento non si è parlato di ruoli specifici per la mia persona, ma solo di cercare di acquisire più ingressi possibili in società. Solo dopo si deciderà il direttivo. Quanto al titolo di serie D: fino al 10 luglio ce l’ha la società del Macchia calcio. Se poi c’è qualcuno in regione che vuole andare avanti, visto che io sono rimasto da solo, è opportuno anche regalarlo, purché resti in Molise. Sono uomo di sport, non mi piace parlare di compravendita di un titolo. Lo posso regalare apertamente”. Dichiarazioni che faranno drizzare le orecchie a più di qualcuno, da Agnone a Campobasso.

copertina 2Ma perché vincere un campionato da padrone per poi dover lasciare? Mariani lo spiega non senza rammarico: “Macchia è il mio paese e forse mi sono illuso. Pensavo che portando dei bei risultati in ambito calcistico il paese avrebbe reagito meglio. E’ vero che sono solo 1.000 abitanti, ma al 98 per cento il paese non ha nemmeno partecipato all’entusiasmo e alla gioia delle vittorie. Andare avanti da soli sarebbe stato da pazzi, nonostante la passione. Aiuterò il mio paese anche per un campionato inferiore, ma da esterno. E voglio che si capisca: a questi livelli il calcio non dà ritorno economico, ma solo soddisfazioni. Perché Isernia? Perché è una piazza più grande che punta  a far crescerei giovani del territorio. Dobbiamo riuscire però a portare più gente allo stadio: su queste basi, sono convinto si possa arrivare lontano. Metto a disposizione la mia esperienza dunque, e punto a far rinforzare la squadra per quel che posso”.

A chiudere la conferenza è Antonio Biscotti: “Sono molto contento per l’ingresso di Mario – chiosa – e confermo che una gestione in solitaria non porta lontano. Abbiamo quasi azzerato i debiti pregressi, ora possiamo puntare più in alto e iniziare a programmare seriamente il futuro”. 

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