In programma un incontro in Prefettura a Campobasso il 27 aprile, per analizzare la situazione della sicurezza in regione e del rischio di infiltrazioni mafiose


CAMPOBASSO. Rischio di infiltrazione della criminalità organizzata in Molise, il 27 aprile sarà a Campobasso la Commissione nazionale antimafia, presieduta da Rosy Bindi. Ad annunciarlo il consigliere regionale Michele Petraroia.

“Dopo una serie di sollecitazioni – ha chiarito il consigliere – indirizzate alla presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Ministeri dell’Interno, della Difesa e di Grazia e Giustizia, culminate nell’interrogazione del 20 settembre 2016 sottoscritta da 14 parlamentari di Sinistra Italiana, la Commissione Parlamentare Antimafia sarà per la prima volta in Molise. Nell’incontro ascolterà il prefetto ed il questore di Campobasso e Isernia, i due comandanti provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il capo centro della Direzione investigativa antimafia di Napoli, il procuratore distrettuale di Campobasso e i procuratori circondariali di Isernia e Larino”.

In programma una riunione presso gli uffici della Prefettura di Campobasso dalle 9.15 alle 15 e a seguire una conferenza stampa, prevista per le 15.30. L’evento si intreccia anche coi lavori che la Commissione Parlamentare Antimafia effettuerà il giorno precedente a Foggia, vista la contiguità territoriale ed il crescente pericolo rappresentato dalla criminalità organizzata pugliese, che sempre più spesso coinvolge il territorio del Basso Molise e i comuni costieri.

“L’arrivo della Commissione Antimafia a Campobasso – ha rimarcato Petraroia – conferma la necessità di consolidare le azioni di contrasto alla criminalità organizzata, potenziare gli organici delle forze dell’ordine e della magistratura, ripristinare il Comando regionale dei Carabinieri, evitare la soppressione della Polizia stradale di Larino e Isernia e della Polizia ferroviaria di Campobasso, rafforzare i corpi specializzati della Finanza, dei Carabinieri e della Polizia, capaci di controllare l’attività dei collaboratori di giustizia presenti sul territorio. Ma anche di verificare la catena degli appalti e dei sub-appalti in edilizia – ha aggiunto il consigliere – e nella fornitura di beni e servizi alla pubblica amministrazione, per risalire a chi controlla i flussi di denaro delle scatole societarie che sul territorio movimentano imprese, società finanziarie, fallimenti, concordati in bianco e acquisizioni aziendali”.

“Basta alzare lo sguardo sul territorio per scorgere beni confiscati alla camorra, prestanomi della n’drangheta e collegamenti con esponenti pericolosissimi inviati al confino o che scontano gli arresti domiciliari in Molise. Su questi temi – ha concluso – si registra una fragilità degli anticorpi sociali e un silenzio assordante delle istituzioni, ma ciò che preoccupa maggiormente è che a fronte di un simile pericolo che cresce c’è uno Stato che scappa via e abbandona un territorio sempre più esposto”.