Il leader nazionale della Destra a sostegno del segretario regionale del Molise nella manifestazione in piazza Celestino V: “La gente non vuole lo Sprar”


ISERNIA. Francesco Storace a Isernia per sostenere il diritto a vivere in una città sicura. Il leader nazionale de La Destra ha fatto tappa nel capoluogo pentro, nel pomeriggio, per dare manforte al segretario regionale del suo partito, Giovancarmine Mancini, impegnato in piazza Celestino V nella manifestazione pacifica contro l’immigrazione incontrollata.

manif3Un evento che ha visto una partecipazione non certo memorabile, ma comunque le presenze di volti noti non sono mancate: da Filoteo Di Sandro, Alessandro Altopiedi e Luisa Iannelli di Fratelli d’Italia, a Raimondo Fabrizio e Raffaele Biondi di Forza Italia, fino a Luigi Mazzuto di Noi con Salvini; ma anche Maurizio Tiberio di Idea, l’ex sindaco Gabriele Melogli e i consiglieri al Comune di Isernia Roberto Di Pasquale e Vincenzo Di Luozzo. Assenti, invece, gli esponenti di CasaPound, storicamente in prima linea contro l’immigrazione selvaggia.

“Mancini ha rappresentato all’Ufficio politico di Roma la grave situazione della città di Isernia – ha spiegato Storace – E ha detto che avrebbe proposto questa manifestazione, assolutamente libera. Io ben volentieri sono venuto perché questo è un tema che dovrebbe diventare centrale per i cittadini. Abbiamo almeno tre questioni che riguardano il rapporto con l’immigrazione. C’è il tema fiscale, perché noi diamo soldi allo Stato e i servizi vengono dati agli immigrati e non agli italiani. C’è il tema grande della sicurezza: quando li prendiamo li manteniamo in carcere da noi, anziché rimandarli nel loro Paese. C’è infine il tema grande del lavoro: è in corso un processo di vera e propria sostituzione etnica, vengono espulsi gli italiani dal mercato del lavoro, che viene dato agli immigrati o peggio alle cooperative che ci campano. Tutto questo, secondo noi, deve avere una risposta forte da chi tiene alla sovranità di questo Paese”.

Comunque soddisfatto della risposta della piazza Mancini, che non ha lesinato qualche punzecchiatura alle istituzioni: “Portare 200 persone in piazza non è da tutti, specie con una bella giornata di sole e a quest’ora del pomeriggio. Credo che la risposta ci sia stata, eccome. La gente oggi qui presente – padri di famiglia, giovani imprenditori, disoccupati – fa capire a questi passacarte che sono i prefetti, al ministero dell’Interno e a questo governo – ha detto a margine dell’evento – che non ne possiamo più, che vogliamo difendere la nostra cultura, le nostra tradizioni, la nostra identità, il nostro lavoro, e che vogliamo creare le condizioni di sviluppo per gli immigrati clandestini nelle loro terre d’origine, come si faceva una volta. Queste persone dopo circa un anno e mezzo di Sprar sono buttate in mezzo alla strada o finiscono in pasto alla criminalità. E poi ci meravigliamo se ci sono gli attentati”.

manif1Il consigliere comunale ed esponente della Deestra non ha mancato di sottolineare come il tema dell’adesione alla rete Sprar sia motivo di spaccatura anche in seno alla maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale. “Il Comune ha un sindaco che vorrebbe prendere posizione e, come nella sua formazione, non me ne voglia, vorrebbe dire di sì al prefetto. Ma c’è un Consiglio comunale che, credo, nella maggioranza non sia assolutamente d’accordo, come la stragrande maggioranza della popolazione isernina. Aderire allo Sprar non ci assicura un certo numero di migranti con gli altri che vanno a casa; gli altri rimangono, un certo numero arriva e poi, in caso di emergenza, sarà rimpinguato, quindi saremo ancora più invasi. I prefetti hanno tutto l’interesse a fare ancora in modo che il Molise si stabilizzi come la prima regione per accoglienza di immigrati clandestini, anche se già siamo in vetta staccando gli altri di molto. Ma noi – ha concluso rispendendo al mittente le accuse di strumentalizzazione e di propaganda elettorale ricevute in questi giorni – siamo impegnati da 40 anni per certi ideali, a difesa della nostra città e del nostro territorio. E questo non lo sopportiamo, non lo vogliamo e ci stiamo ribellando con tutte le nostre forze”.