Il consigliere comunale di Isernia incalza il sindaco affinché ‘pretenda’ dalla Regione il completamento dei lavori di restauro dell’immobile, sulla scorta della mozione Mancini approvata in assise civica, e auspica la riqualificazione del centro storico pentro


ISERNIA. Torna alla ribalta della cronaca il tema del degrado del centro storico di Isernia, con il consigliere comunale Stefano Testa che incalza il sindaco d’Apollonio, affinché rispetti l’impegno preso in assise civica per il restauro di Palazzo Jadopi. In sostanza, l’esponente di ‘Persone e idee per Isernia’, forte dell’approvazione della mozione di Giovancarmine Mancini sull’opportunità di pretendere dalla Regione (proprietaria dell’immobile) il completamento dei lavori di restauro, sprona il primo cittadino pentro ad agire in tal senso e a perorare con forza e determinazione la causa.

Un invito, quello di Testa, a non cedere al lassismo: in primis, perché del depauperamento del centro storico starebbero risentendo negativamente le attività commerciali; in secondo luogo perché il fatto di lasciare abbandonata un’area, per la quale sono stati investiti soldi pubblici, potrebbe diventare un caso da magistratura. Infine, c’è il desiderio, mai sopito, di veder tornare in zona, magari proprio in quella struttura, la sede dell’università. Dunque, il monito è a non perdere tempo.

“C’è una tendenza ad abbandonare case ed attività – afferma il consigliere comunale riferendosi al centro storico pentro – per trasferirsi in quartieri più serviti e meno conflittuali, comunque, più ambiti ai fini delle attività economiche e del vivere civile; e perfino gli storici mercati del giovedì e del sabato stanno finendo per perdere il loro ruolo autentico di centro di interesse dell’intero hinterland isernino. Il nostro amato centro storico si sta trasformando – denuncia ancora – in una ‘casbah’ da evitare e, fino ad ora, il comune non è stato in grado di metter in campo iniziative o idee, per invertire questa tendenza, dimostrando concretamente – incalza Testa – che si adotta la politica del ‘panta rei’ come strategia generale. Ebbene, alla luce del fatto che nell’ultimo consiglio comunale è stata anche approvata la mozione presentata dal consigliere Mancini, l’Amministrazione dimostri di essere capace di portare avanti questa richiesta con la forza di una battaglia, per far sì che il nostro capoluogo ottenga, almeno in questo caso dalla ‘Regione Piovra’ (come la chiamava un illustre cittadino di Isernia), la fine dei lavori, che creano non pochi problemi anche all’igiene ed alla sicurezza pubblica”.

Testa ricorda quanto quell’edificio storico rappresenti per la comunità cittadina e denuncia la Regione per gli ‘sperperi’ commessi. “Ebbene, da quando la Regione Molise ne è diventata proprietaria, – continua l’affondo – tale struttura è diventata sinonimo di degrado, di cattiva amministrazione, di sperpero di danaro pubblico. Non conosco bene le cifre impegnate negli ultimi dieci anni per l’acquisto dell’intero stabile e per i lavori di ristrutturazione che sono solo iniziati e, senza nessuna motivazione logica,  mai terminati, lasciando il cantiere in uno stato di pericoloso abbandono”.

Di qui l’auspicio: “Palazzo Jadopi potrebbe essere la sede naturale di un corso universitario, dove vi sarebbero gli spazi sia per le attività amministrative che per la frequentazione delle lezioni, che potrebbero portare linfa vitale all’intera area e determinarne il rilancio. Molti studenti tornerebbero ad abitare in zona, molte attività di servizio e commerciali ritroverebbero una motivazione valida per la loro presenza e, comunque, Palazzo Jadopi tornerebbe a svolgere quel ruolo di ‘alta rappresentanza’ che gli è proprio.

Tutto questo, però, – insiste Stefano Testa – passa attraverso una forte azione che deve svolgere l’amministrazione comunale, con il Sindaco in testa, essendone stata delegata dall’intero consiglio, al di là delle differenze politiche.

Si tratta di sensibilizzare la Regione verso questo suo scandalo che, a mio parere, già dovrebbe aver interessato la magistratura, sia quella ordinaria che quella contabile. Si tratta di fatti che vanno catalogati sicuramente come ‘danno erariale’, perché si ha un patrimonio immobiliare senza avere le idee chiare sulla sua destinazione e il non utilizzo di tale patrimonio lo rende, peraltro, soggetto a un ininterrotto deterioramento.

Questa mia nota – conclude l’esponente di ‘Persone e Idee per Isernia’ – è un appello al primo cittadino e all’amministrazione tutta, affinché la questione non vada nel dimenticatoio, come anche la delega al ramo conferita dal Consiglio Comunale”.