Il 36enne, nato in provincia di Isernia, è accusato di aver importunato la donna sul posto di lavoro in una fabbrica di Lanciano. A ottobre comincia il processo


ISERNIA. Molestie sul posto di lavoro, messaggini e foto hard alla collega di cui, a quanto pare, si era invaghito. Per questo un 36enne, nato in provincia di Isernia, è stato rinviato a giudizio. L’operaio è accusato di aver importunato la donna in una una fabbrica di Lanciano.  Il processo avrà inizio a ottobre, presso il tribunale della provincia di Chieti.

Secondo quanto riferisce l’edizione abruzzese de Il Messaggero, “l’accusa del procuratore facente funzioni Rosaria Vecchi prospetta a suo carico un lungo elenco di comportamenti infamanti a danno della dignità dell’operaia vittima dei soprusi”. Una storia che sarebbe andata avanti per ben due anni “fatta di continue profferte di natura sessuale, accompagnate da frasi oscene”. L’operaio, difeso dall’avvocato Giovanni Petrarca di Isernia, sarebbe andato oltre. Alle frasi di contenuto pornografico avrebbe aggiunto anche l’invio di diverse sue foto in cui si ritrae completamente nudo, anche sotto la doccia, spedite alla donna tramite Whats App.

“Già in questa fase – ha spiegato l’avvocato isernino – ho avuto modo di rendermi conto che si tratta di accuse infondate. Le prove presentate sono incomplete. Aspettiamo il dibattimento e sono sicuro di riuscire a provare l’innocenza del mio assistito con le stesse prove, ma complete, oltre che con altre prove, anche testimoniali. Lo ribadisco – ha concluso Petrarca -: le accuse sono gravi, ma infondate”.