Categories: MEDIA E TECNOLOGIA

Smartphone e bambini 3.0

Nuove abitudini e tecniche educative nell’era del web: l’analisi dell’I-Forensics Team


Bambini 3.0: una generazione fortemente tecnologizzata. Bambini che non riescono a essere seguiti dai propri genitori perché troppo ‘avanti’ nell’uso dei nuovi dispositivi digitali rispetto alle loro mamme e ai loro papà. Genitori sempre più in crisi e sempre più incapaci di ‘stare al passo’ con la cultura tecnologica dei loro figlioli. ‘Nativi digitali’ i primi, ‘Immigrati’ (se non addirittura ‘Negati digitali’) i secondi.

L’analfabetismo digitale, di cui soffrono gli adulti, li trasforma nelle vittime di coloro che appartengono alla cosiddetta ‘Net Generation’, la generazione che ha particolare dimestichezza con computer, smartphone e Internet. I bambini di oggi famigliarizzano con la tecnologia fin dai primi anni di vita. Dai loro lettini, ne osservano le prime forme (i ‘Baby Monitor’). Crescendo, cominciano a interagirci con peluche smart e giochi sonori. Un approccio che diventa sempre più profondo e consapevole negli anni successivi, soprattutto in età adolescenziale. Da parte loro, i genitori, stanno sempre più sviluppando un’abitudine: quella di utilizzare il proprio dispositivo mobile come balia, consegnandolo al piccolo affinché si distragga, si diverta e smetta di fare capricci in giro. Sembra, infatti, che un video di ‘YouTube’ sia più efficace di una ninna nanna cantata dalla nonna. Ma questo nuovo modo di educare e intrattenere i bambini è davvero la soluzione più azzeccata?

Secondo studi condotti da psicologi e psicoterapeuti, esperti nel prevenire e trattare le cosiddette ‘New Addictions’ (nuove dipendenze psicologiche causate proprio dalla tecnologia che caratterizza la società moderna e che provocano forme particolari di stress e di noia), i genitori dovrebbero interessarsi di più all’educazione ‘informatica’ dei propri figli. Per primi, dovrebbero dare un buon esempio nell’utilizzo dei dispositivi digitali, soprattutto degli smartphone, evitando di controllare messaggi e notifiche in ogni momento della giornata, specialmente durante i pasti o durante le conversazioni. I genitori dovrebbero stabilire gli orari e i limiti entro i quali utilizzare la tecnologia informatica in famiglia; regole necessarie per evitare che essa possa distrarre dallo studio e distogliere da ogni altra attività importante, come lo sport, il gioco e le passeggiate all’aperto. Vogliamo ricordare, infatti, che giocare è fondamentale per il bambino; è il suo modo di vivere. Tra i giochi, quelli che richiedono manualità e pensiero (come le costruzioni in legno) ricoprono un ruolo importante nel suo sviluppo motorio e cognitivo. Ma oggi anche Internet offre risorse considerevoli per la buona crescita di un individuo; informazioni, sempre aggiornate, facili e veloci da reperire rispetto al passato.

Tuttavia, la Rete è piena anche di contraddizioni e pericoli, che suggeriscono di non lasciar mai soli i propri bambini davanti ad un dispositivo connesso ad essa. Per navigare sicuri occorrono consapevolezza delle proprie azioni e competenze informatiche sempre più avanzate. Scoprire la realtà dei social network assieme ai propri figli potrebbe diventare un’avventura emozionante e fortemente educativa. Con la presenza e l’aiuto di un adulto, il bambino può comprende come deve comportarsi, quale linguaggio è bene utilizzare e cosa può condividere. Cyberbullismo, furto d’identità, sexting, trolling, grooming e altri simili pericoli sono, purtroppo, sempre in agguato e prenderne consapevolezza come genitore permetterebbe di essere più attenti nel percepire ogni eventuale disagio che il bimbo può manifestare quando utilizza i dispositivi digitali.

Non è possibile, né intelligente, negare l’uso di un mezzo potentissimo di contatto col mondo esterno, ma occorre definirne bene i tempi e i limiti, integrando la tradizionale educazione con quella tecnologica. Un genitore che si disinteressa di questo nuovo insegnamento, perché ‘non ci capisco niente’ o perché ‘è troppo veloce e non riesco a starci dietro’, commette una grave negligenza educativa, che genererà terribili conseguenze nell’immediato futuro.

Carmen

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