I riconoscimenti concessi oggi in prefettura a Campobasso, nella cerimonia organizzata in occasione della ‘Giornata della Memoria’. Intanto l’Anpi sollecita: “Il ricordo del 27 gennaio ci accompagni tutto l’anno”


CAMPOBASSO. ‘Giorno della Memoria’, per non dimenticare. Grande partecipazione e grande commozione, oggi in Prefettura a Campobasso, dove nel giorno della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’esercito russo, sono state consegnate le medaglie d’onore a quattro militari, nati in provincia e deportati nei lager nazisti.

Onorificenze concesse dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Ferdinando Rettino, nato e residente a Larino, Michelino Ianiri, nato a San Giuliano di Puglia, Giuseppe Mincione, nato a Portocannone, Antonio Vitolo, nato a Campobasso. A ritirare le medaglie i loro familiari. Importanti riconoscimenti, ha rimarcato il prefetto vicario Pierpaolo Pigliacelli, che servono per ricordare una pagina drammatica della storia dell’umanità, la vicenda nella quale, “per una follia”, milioni di persone hanno perso la vita. La storia, ha aggiunto Pigliacelli, serve anche a questo: ricordare perché non succeda mai più.

Pieno di partecipazione il messaggio lanciato dalla sezione molisana dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia. “Il 27 gennaio deve accompagnarci per i 365 giorni dell’anno in una pratica antifascista che afferma la bellezza della Costituzione, la forza della libertà senza aggettivi e l’insostenibilità della democrazia come forma di coesione solidale, pacifica, equa, laica e pluralista della nostra società. Celebrare il 27 Gennaio il Giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz e dimenticare per il resto dell’anno il valore dell’antifascismo è un limite culturale del nostro tempo”.

“In Italia e in Molise – ha rimarcato ancora l’Anpi – nascono e proliferano movimenti nazionali che inneggiano al fascismo, si aprono circoli intitolati a figure che non hanno mai rinnegato gli orrori del fascismo, si intitolano strade, e si assiste ad un revisionismo e ad un negazionismo giunto a generare un’azione penale contro antifascisti che cantavano ‘Bella Ciao’, la canzone simbolo della Resistenza, nel mentre movimenti che si ispiravano al pensiero dell’estrema destra presentavano un evento culturale all’interno di sedi istituzionali come se fosse un’ovvietà. Per l’Anpi il 27 Gennaio è tutti i giorni, e gli ideali di libertà, democrazia, pluralismo e rispetto valgono sempre e comunque per evitare che la notte torni ad oscurare la vita dell’umanità”.