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Isernia: analisi del sangue, arriva la tariffa fissa per l’intramoenia

Giro di vite dell’Asrem: l’assistenza libero professionale intramuraria nei laboratori analisi del Molise era quasi sempre più conveniente rispetto ai prelievi in regime ordinario. Ma ora l’Azienda sanitaria regionale sospende temporaneamente il servizio in tutto il Molise in attesa di prevedere aumenti per le singole prestazioni


CAMPOBASSO-ISERNIA. Finisce l’era delle analisi di laboratorio senza tariffa fissa per l’intramoenia. Lo ha deciso l’Azienda sanitaria regionale del Molise, su iniziativa del direttore generale Gennaro Sosto. Da ieri, sulla porta di ingresso del Laboratorio analisi del ‘Veneziale’ di Isernia, pertanto, campeggia una comunicazione a firma del primario Giovanni Cuzzone, che dispone con effetto immediato la sospensione, in via temporanea, del servizio in regime di assistenza libero professionale intramuraria, meglio nota come intramoenia. La decisione ha spiazzato più di qualche utente recatosi stamani in ospedale per il prelievo senza la ricetta medica. Ma l’equipe del reparto è stata comunque ben pronta a gestire la situazione, contenendo i disagi.

Fatto è che analogo provvedimento è stato adottato in tutti gli altri laboratori aziendali Asrem, stando a quanto si legge sulla comunicazione succitata (vedi foto). Il servizio, infatti, è stato interrotto per consentire alla ditta incaricata di apportare le modifiche relative all’adeguamento delle tariffe delle prestazioni di laboratorio sul sistema informatico di gestione. Uno stop, secondo fonti interne, che dovrebbe durare pochi giorni, o almeno si spera.

Ma cosa cambia in sostanza? Presto detto. Quanti si recavano in ospedale a qualsiasi ora, senza prenotazione, con la semplice ricetta bianca o senza alcuna prescrizione medica per fare controlli del sangue, una volta riattivato il servizio dovranno pagare non solo per la prestazione richiesta e il prelievo, ma anche una sorta di tariffa fissa. Come già avviene per quanti debbono fare esami in regime istituzionale a carico del Sistema sanitario regionale.

Il cambio di rotta, da quel che si apprende, avviene nel solco del rispetto della legge 120/2007 (‘Disposizioni in materia di attività libero-professionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria’), che stabilisce la “prevenzione delle situazioni che determinano l’insorgenza di un conflitto di interessi o di forme di concorrenza sleale”. L’Azienda sanitaria regionale (nella foto) intende finalmente porre fine, dunque, al paradosso tutto molisano che voleva che le analisi del sangue, in intramoenia, costassero – il più delle volte – meno che col sistema pubblico. Riequilibrando così l’evidente sbilanciamento che vedeva i laboratori analisi Asrem costretti a subire la concorrenza anche di se stessi – si pensi che solo a Isernia, ogni anno, si introitano circa 500mila euro di analisi in intramoenia – visto che la dotazione di strutture e personale è la medesima, ma con un’offerta intramuraria a costi più convenienti.

Ad oggi, infatti, i cittadini in possesso di una richiesta di impegnativa da parte del medico, per fare le analisi, devono pagare un ticket di 14 euro a ricetta oltre la prestazione e il prelievo. La differenza con il regime intramurario sta appunto nei costi delle prestazioni, mediamente più alti del regime ordinario di circa il 30-33 per cento. Ma a conti fatti, considerando il mancato obbligo del ticket da 14 euro per chi è sprovvisto di prenotazione, il sistema intramoenia fa risparmiare comunque gli utenti, specialmente per prestazioni che hanno un costo molto basso, come per esempio la glicemia (1.50 euro, più 3.50 il prelievo). In un caso del genere, è facile comprendere come fare l’esame con la prenotazione (14 euro aggiuntivi) verrebbe a far lievitare il costo di quasi quattro volte: di qui, più che mai, l’utilità dell’intramoenia.

Ma ora la ‘pacchia’ sta per finire: l’intento dell’Azienda sanitaria regionale, di fatto, è quello di ‘spalmare’, in qualche modo, il ticket di 14 euro sulle singole prestazioni offerte anche in regime intramurario. Soldi, che, altrimenti, l’Asrem non avrebbe mai incamerato.

C’è tuttavia anche la difficoltà di prevedere tariffe fisse, data la vasta gamma delle prestazioni, aventi costi variabili da 1.50 euro (la glicemia) a 170 euro (le sottopopolazioni linfocitarie o particolari esami allergologici). Un conto è aumentare, anche di 14 euro, un esame che costa 1.50; altro, un esame che si paga almeno 10 volte tanto e per il quale una tariffa fissa è tutto sommato ininfluente. Di qui la necessità, il prossimo 4 novembre, di una riunione presso gli uffici Asrem di Campobasso per ritoccare le percentuali sulle singole prestazioni, evitando così una concorrenza ‘interna’ tra pubblico e privato.

Si badi: il meccanismo di riequilibrio è giusto e va praticato, ma con oculatezza. Un’ipotesi potrebbe essere quella di incentivare i medici ad aumentare, a seconda dei casi, il numero di esami per ricetta (in massimo di 8, per un totale di 60 euro a prescrizione, in base al piano di rientro). Altrimenti, il rischio è che i laboratori analisi ‘esterni’ siano in grado di offrire tempi e soprattutto costi più accessibili per tutti. Vedremo cosa deciderà l’Asrem. Per ora, di certo c’è che pagheranno tutti qualcosa in più.

Pba

 

Pasquale

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