Il nuovo reato telematico nell’analisi dell’I-Forensics Team


ISERNIA. Questa settimana parliamo di riciclaggio e di cyber-riciclaggio, quest’ultimo meglio conosciuto come ‘Cyberlaundering’. I capitali ottenuti da attività criminali, come lo spaccio di sostanze stupefacenti, la prostituzione e le frodi, vengono ‘ripuliti’ in modo tale che nessuno possa capire da dove essi provengano; se ne impedisce, insomma, la ‘tracciabilità delle origini’, fino al cosiddetto ‘Commingling’, cioè fino a riuscire a confondere fondi illeciti con fondi leciti.

In Italia il riciclaggio, attività che ha lo scopo di dare una parvenza lecita a capitali che, in realtà, provengono da azioni illecite, è considerato un delitto contro il patrimonio; delitto che viene realizzato attraverso una vera e propria frode. Il nostro ordinamento giuridico lo prevede e lo punisce nell’articolo 648 bis del Codice penale, stabilendo la pena della reclusione da 4 a 12 anni per chi “sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, o compie, in relazione ad essi, altre operazioni finalizzate ad ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa”. Per la sua particolarità, il reato di riciclaggio è prerogativa degli adulti e, in modo particolare, di organizzazioni criminali. Pertanto, raramente i minorenni sono autori di questo tipo di condotta. Anche questo reato, come molti altri, ha subito un’evoluzione, un aggiornamento nelle modalità di attuazione e negli strumenti utilizzati per commetterlo, diventando anch’esso ‘digitale’ e assumendo la qualifica di ‘cybercrime’ (o ‘crimeware’), cioè di ‘crimine informatico’, con il nome di ‘Cyberlaundering’, ricadente nel regime sanzionatorio del 648 bis del Codice penale.

La rete ha reso ancor più semplice, veloce e sicuro, il riciclaggio di denaro, costringendo le forze di polizia ad ulteriori sforzi investigativi. Il Cyberlaundering è, ormai, una minaccia gravissima per la sicurezza delle transazioni monetarie telematiche se si considera il fatto che esse sono sempre più difficili da individuare in Internet, a causa della frammentazione degli scambi e della molteplicità degli itinerari percorsi dal denaro veicolato. Esistono, tuttavia, progetti, ancora in fase sperimentale, finalizzati a contrastare il fenomeno. Tra i più importanti: quello del ‘CNTO’ (‘Cyberpayment Network Targeting Order’), un localizzatore telematico di ordini di cyberpagamento; e il sistema ‘F.A.I.S.’ (‘FinCen Artificial Intelligence System’), attualmente adoperato per analizzare le transazioni monetarie sospette, entrambi progettati negli Stati Uniti ed ancora a vaglio degli esperti.

I cybercriminali (spesso stranieri) ‘adescano’ gli internauti più ignari e sprovveduti con false offerte lavorative, pubblicate sui social network o inviate via e-mail, in cui propongono di diventare ‘financial manager’ di fantomatiche società internazionali, leader in investimenti offshore; richiedendo un limitato impegno lavorativo, anche in termini di ore, e la disponibilità di un conto corrente. Chi risponde a questi annunci, avrà il solo compito di trasferire su conti esteri, utilizzando agenzie internazionali per il trasferimento del denaro, le somme accreditate, dopo aver trattenuto per sé una certa percentuale. In questo modo, però, la vittima della truffa ne diventa pienamente partecipe, trasformandosi in un vero e proprio ‘prestaconto’ (o ‘money mule’) e diventandone corresponsabile. Le somme che riceve non sono altro che i proventi di attività illecite di phishing e di skimming e prendere parte a un simile processo, mettendo a disposizione il proprio conto corrente, significa rispondere, assieme ai cybercriminali, del reato di riciclaggio (telematico) di denaro cui all’articolo 648 bis del Codice penale. Consigliamo, pertanto, di diffidare da ogni guadagno facile ed immediato che internet possa offrirci. Il miraggio di insperate opportunità lavorative potrebbe (purtroppo) esporci a rischi e conseguenze davvero gravi, oltre che alla mercé di criminali senza scrupoli che vedono nel riciclaggio telematico un business da migliaia di miliardi di euro.

I-Forensics Team