Una carenza che rischia di diventare un problema medico ma anche di sicurezza, come ha affermato il segretario del sindacato di Polizia penitenziaria, che ha presentato un esposto in Procura. Alla Corte dei Conti sarà invece esposto il caso degli agenti mandati in missione fuori regione


CAMPOBASSO. Da un anno e mezzo senza psicologo all’interno del carcere di Campobasso. Una carenza che, da problema medico, rischia di diventare un problema di sicurezza. E che, secondo il sindacalista Aldo Di Giacomo, potrebbe essere all’origine degli episodi di violenza, anche contro gli agenti di Polizia penitenziaria, avvenuti nell’ultimo periodo nella struttura di via Cavour.

“Quando ho saputo che lo psicologo non entrava in carcere da un anno e mezzo non potevo crederci – ha affermato il segretario del Sindacato di Polizia penitenziaria in una conferenza stampa – Stessa cosa per l’ortopedico, mentre le visite con dentista e cardiologo avvengono appena due volte al mese. Questo è gravissimo – ha aggiunto Di Giacomo – tanto da indurmi a presentare un esposto alla Procura della Repubblica. Contatterò al più presto la dirigente della Direzione regionale della salute Marinella D’Innocenzo, per avere chiarimenti. Tutto sta avvenendo da quando la responsabilità della materia è passata dall’Amministrazione penitenziaria alla Asrem. Questa situazione non è più tollerabile. Ho già messo al corrente il nuovo direttore del carcere Mario Silla, arrivato da Avezzano dopo che diversi direttori si sono succeduti nel corso dell’ultimo anno”.

Una situazione esposta anche al prefetto di Campobasso Francescopaolo Di Menna, oltre che al capo dell’Amministrazione penitenziaria. E che potrebbe indurre il sindacato a organizzare una grande manifestazione di protesta.

E dalla carenza dello psicologo alla carenza di personale. Che potrebbe essere risolta, ha affermato Di Giacomo, facendo rientrare a Campobasso 16 agenti di Polizia penitenziaria ora fuori regione, 6 dei quali da tempo in missione a Sulmona e Lanciano. “Mi rivolgerò alla Corte dei Conti – ha affermato ancora il sindacalista – non è possibile che si parli di taglio dei costi e di razionalizzazione delle risorse e si spedisca fuori personale che è proprio di questa struttura carceraria. E che è necessario, vista la carenza di organico”.

Il problema del sovraffollamento del carcere, invece, non c’è. A Campobasso come a Isernia. Anzi, ha chiarito Di Giacomo, i detenuti sono addirittura al di sotto della capienza. Poco più di 100. Ma gli episodi di tensione non mancano. E fanno paura più dei numeri.

Carmen Sepede