ISERNIA. Scuole sicure ma non troppo, a Isernia. E’ quanto emerso nel corso del Consiglio comunale monotematico di ieri pomeriggio, avente a tema l’edilizia scolastica. Nel corso della seduta fiume, terminata poco prima delle 23, l’ingegnere Antonio Ricchiuti, dell’Ufficio tecnico dell’ente, ha illustrato in aula – in presenza di numerosi genitori di alunni interessati – la reale ‘scala di pericolosità’ per gli edifici scolastici della città. Svelando che la scuola che corre i maggiori rischi in caso di evento sismico non è tanto l’asilo della San Giovanni Bosco, al centro delle cronache di questi giorni per il trasloco nei locali della Calabrese srl, in località Acquaro. Ma la scuola elementare San Pietro Celestino e, più di tutti, la media Andrea d’Isernia.

L’assise è iniziata con un minuto di silenzio per commemorare le quasi 300 vittime del devastante sisma del centro Italia e con la proposta della consigliera Vittoria Succi di devolvere il gettone di presenza alle popolazioni terremotate. Dopodiché, sono state moltissimi gli interventi dei consiglieri, in particolare dell’opposizione, che aveva appunto richiesto il Consiglio.

Consiglio al completo foto okLE PROPOSTE. In particolare, Rita Formichelli, de ‘La Città Nuova’, ha chiesto all’Ufficio tecnico di mettere on line tutte le certificazioni antisismiche e ienreneti alla sicurezza dell’edificio della Calabrese srl, così da permettere a chiunque di valutare e fare le opportune verifiche. Mentre Giovancarmine Mancini, per primo, ha sottolineato la necessità di mettere in sicurezza tutti i ragazzi della città, senza distinzione alcuna, trovando soluzioni condivise tra maggioranza e opposizione, vista la carenza di edifici adibiti a scuole pienamente rispondenti alle più recenti normative antisismiche. Da parte di Enzo Di Luozzo (La Città Nuova’) invece, una provocazione fortissima: quella di radere al suolo tutte le scuole che non possono essere riattate per ricostruirle daccapo, facendo un campus da finanziare con il contributo di tutti i cittadini interessati, in mancanza di fondi statali. Mino Bottiglieri, del Movimento Cinque Stelle, ha sottolineato la necessità di richiedere l’intervento della Provincia per chiudere l’istituto tecnico Ragioneria e Geometra ‘Fermi’, per il quale la situazione sarebbe “allarmante”. Gianni Fantozzi (’Insieme per il Molise’) ha auspicato il trasferimento, nei locali della Calabrese, anche dei circa 80 alunni della San Pietro Celestino quale soluzione transitoria. Quanto a Cosmo Tedeschi, l’imprenditore ha proposto un gruppo di lavoro bipartisan che lavori a una soluzione comune con genitori e insegnanti.

ricchiutiL’INTERVENTO DI RICCHIUTI. Il maggiore interesse, tuttavia, è stato per la relazione tecnica dell’ingegner Ricchiuti, che ha spiegato come la situazione di possibile pericolo, considerando i coefficienti tecnici di sicurezza, sia più stringente per l’Andrea d’Isernia e la San Pietro Celestino, rispetto alla Don Bosco.  “Per la sede di corso Garibaldi della San Giovanni Bosco – ha spiegato il funzionario – non si è mai parlato di inagibilità, ma l’amministrazione Melogli ritenne, per motivi di sicurezza, dopo il sisma del 2002 a San Giuliano, di togliere mille bambini all’interno della scuola, oltre che per motivi di vie di fuga carenti, visto che si trovavano al primo piano. Quanto ai lavori di adeguamento per 124mila euro di queste settimane, essi hanno origine nel 2012, a seguito della caduta d un controsoffitto in un liceo classico di Torino, con conseguenze disastrose. Il Provveditorato alle opere pubbliche fece sopralluoghi in tutti gli edifici scolastici, anche a Isernia, e prescrisse interventi da eseguire con pochi soldi. Si tratta di fondi vincolati per 860mila euro, divisi in 8 finanziamenti distinti: 34mila euro per l’Andrea d’Isernia, 160mila in due tranche per la Giovanni XXIII, ecc. Per la San Giovanni  Bosco fu segnalata, tra l’altro, la necessità del ribaltamento dei tramezzi, appunto per 124 mila euro. Personalmente – ha ammesso Ricchiuti – ero intenzionato, prima del sisma del 24 agosto, a riportare i bambini nella sede di corso Garibaldi. Ma dopo quanto accaduto, sfido qualsiasi tecnico ad assumersi una simile responsabilità. Va però detto che l’edificio della Calabrese srl è costruito con una ‘classe d’uso 2’ anti sismica, come da normativa del 2008, ma le scuole richiedono una ‘classe d’uso 3’. Tale coefficiente serve per stabilire la durata presumibile dell’edificio nel tempo, che nel caso di specie risulta pari ad almeno 50 anni”.

Di fronte a tali dichiarazioni, i molti cittadini presenti hanno più volte interrotto il tecnico, allarmati sulla questione agibilità. E’ stato infatti necessario un intervento del segretario generale Francesco Zeoli, dirigente ad interim del Settore Tecnico, per rasserenare gli animi, almeno in parte. “Agibilità, nell’accezione comune – ha detto il dirigente – impropriamente significa sicurezza statica della struttura, ma è stato detto in quest’aula, da più consiglieri, che immobili rispondenti appieno alle norme vigenti non ce ne sono. Ciò non vuol dire che cadano domattina, ma la sicurezza non ce la dà nessuno. Una struttura a rischio zero non esiste, qui possiamo solo dire se risponde oppure no ai requisiti di allocazione di una scuola. Edifici di classe tre disponibili, a Isernia, non ce ne sono”.

ALLARME ELEMENTARI E MEDIE. Immancabile la preoccupazione dei presenti per le due scuole Andrea d’Isernia e San Pietro Celestino.“Solo oggi – ha detto Raimondo Fabrizio, di Forza Italia – scopriamo che l’Andrea d’Isernia è la scuola meno sicura di tutte. La San Pietro Celestino si potrebbe trasferire di fronte a Palazzo De Baggis, così da lasciare il centro storico vivo. In mancanza, chiedo se il sindaco ha parlato con Frattura per vedere se i fondi della metropolitana leggera possono essere dirottati sulle scuole”. Stefano Testa, di ‘Persone e idee per Isernia’, a questo punto ha sollecitato l’impegno dell’amministrazione a mettere in sicurezza tutte le scuole, senza generale allarmismi ma dando una tempistica precisa ai genitori. Roberto Di Baggio ha rilanciato come possibile soluzione il trasferimento delle scuole all’auditorium, “unico edificio privo di problemi geologici e strutturali”. Infine Roberto Di Pasquale, di Progetto per Isernia, ha sottolineato la necessità di programmare, nell’immediatezza, una soluzione per tutto il parco scolastico, perché “non esistono bambini di serie A e di serie B”.