Il presidente della repubblica ha visitato il Molise.
A Ruzzone è sembrato come a quando lui stava crepando in ospedale e andò a trovarlo il re.
Che lui teneva la tubercolosi e il re gli diceva “Ti esprimo la vicinanza del regno”.
E Ruzzone diceva che l’ospedale non teneva le medicine per la tubercolosi.
E il re rispondeva “Tutto il regno è vicino a te e ai piccoli territori che lottano contro l’isolamento”.
Pure Di Sandro ha detto  che “La visita del Presidente della Repubblica è stata un’inutile passerella di politici ed amministratori e invece sarebbe stata la migliore delle occasioni per esprimere le nostre difficoltà sulla sanità, viste le stringenti norme che impongono la chiusura di alcune tipologie di ospedali, oppure per fa vedere al Presidente Mattarella la desolazione di quelli che un tempo erano i nostri gioielli industriali come la Gam, l’Ittierre o lo Zuccherificio del Molise; oppure, ancora, sarebbe stato il momento opportuno per sottolineare le difficoltà dei nostri trasporti su rotaia o quelli legati alla rete stradale”.
Insomma pure Di Sandro, come a Ruzzone con il re, voleva dire che stiamo crepando e che la vicinanza ci fa piacere ma serve a poco.
Noi alla cantina ci siamo dispiaciuti un poco che non è passato a salutarci ma forse è stato meglio. Se no dovevamo levare le carte per tutto il pomeriggio e spostare le cascette di birra sguite che stanno accatastate vicino alla porta del cesso.
Ma se veniva e ci spremeva pure a noi la vicinanza del Paese come ha fatto a Campobasso, Mario Ierva non si sarebbe stato zitto.

“Preside’ – avrebbe detto -, scusate, pure Giacomino Pellecchia si assetta sempre vicino vicino a me quando facciamo la passatella. Ma poi mi fa sempre a ulmo”.