Non volevamo parlare più di Annina Menabballe e delle cene elettorali perché ci ha minacciati dalla finestra e poi ha mandato un messaggio su Linkedin al figlio di Ruzzone scrivendo che ci dovevamo fare i cazzi nostri.
Il direttore Pasquale Bartolomeo, che Ruzzone ancora non capisce qual è il nome e qual è il cognome, ci ha detto però che quattro o cinque persone sono andate in redazione e hanno protestato, perché quando si comincia una storia e uno si appassiona bisogna pure sapere come finisce. E allora mo diciamo qualche altra cosa anche se rischiamo che ci mena l’acqua dalla finestra quando usciamo dalla Cantina.
Insomma, Annina Menabballe si è incazzata assai. Non voleva che noi dicevamo quello che faceva in preparazione delle cene elettorali di Melogli. Anche perché nel frattempo, aveva creduto a Melogli che aveva detto che non si candidava, e si è fidanzata.
E mo non vuole far sapere al fidanzato le cose che faceva prima. Così, tutti i vestiti che sono arrivati con il corriere, che lei li accatta dentro al computer, li usa per portare in giro il fidanzato e non servono più per le cene. E mi sa che il giorno delle elezioni se ne va a Gaeta con il fidanzato e manco vota. E Melogli si perde pure un voto.
Annina si è incazzata pure perché Melogli ha messo il numero di telefono sopra i giornali. Che è una cosa che non le è piaciuta. Perché prima il numero lo sapevano in pochi e mo tutti lo chiamano per dire quello che vogliono e prima lo facevano solo poche persone. E quando poi uno dice sì a troppa gente è come se dicesse no a tutti quanti.
E, poi, questa storia del numero messo sopra il giornale con la dicitura “si garantisce massima riservatezza” subito è arrivato alla Cantina Iammacone come a una cosa un poco strana.
Che qua, alla Cantina, quasi tutti quanti sono attenti a questo tipo di annunci. Si accattano il giornale apposta, vanno alla farmacia a prendersi le pillole blu e poi vanno sotto a ‘Sernia e le fanno di tutti i colori.
Insomma questi depravati della Cantina, quando hanno visto un numero di telefono e la scritta vicino che garantiva la “massima riservatezza”, si sono ingrifati tutti quanti. E si stavano organizzando perché pensavano che Melogli volesse dare una ottantina di euro, come a Renzi, da dedicare ai ricordi di gioventù.
Agostino Mankukulukrik, invece, quando ha capito che non era quello che pensava lui ma era un numero che serviva solo a candidarsi, subito ha esclamato: “Ehhh… a candida’ mi candido pure io ogni sera. Ma ride sul’ ru farmacista!”