CAMPOBASSO. Avevano colpito anche in Molise, ripulendo case e aziende ‘dall’oro rosso’, i cavi di rame dei circuiti elettrici e degli impianti di fabbricazione. Venticinque, in tutto, le misure di custodia cautelare, 23 delle quali in carcere, emesse nei confronti di una banda di italiani e romeni, indagati per i reati di ricettazione ed associazione per delinquere. Quindici le persone rintracciate nell’ambito dell’operazione, denominata ‘Red Coffee’, mentre le altre 10 si sono allontanate. E’ stata richiesta l’internazionalizzazione del provvedimento. Oltre 100 i carabinieri della compagnia di Pescara impegnati nell’operazione che ha consentito di individuare i componenti di cinque diverse ‘batterie’ di ladri, tutti romeni, autori di furti in numerosi comuni di Abruzzo, Marche e Molise. Gli arresti sono stati eseguiti tra le Regioni Abruzzo, Marche e Puglia.
L’indagine è partita nel febbraio del 2015, dopo decine e decine di denunce. Il materiale rubato, hanno spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Pescara, colonnello Paolo Piccinelli, il capitano della Compagnia, Claudio Scarponi, ed il tenente Antonio Di Dalmazi, veniva poi trattato da un gruppo di italiani, punto di collegamento tra le diverse bande, che si occupavano della ricettazione, della trasformazione e del riciclaggio. Il tutto avveniva per mezzo di due società di smaltimento di rifiuti situate nel Chietino, che utilizzando un mulino, polverizzavano il metallo e lo reimmettevano illecitamente sul mercato. Prima di finire nelle due ditte la merce veniva stoccata in un capannone, sempre di Chieti. A giugno 2015 l’intervento dei carabinieri nelle ditte, nell’ambito di un blitz condotto insieme ai militari del Noe. Più di 30 tonnellate il rame recuperato durante l’indagine, per un valore di circa 200mila euro. Importo al quale vanno aggiunti i danni commessi alle aziende e alle infrastrutture, spesso superiori al valore della refurtiva.
Nel corso delle indagini 18 persone sono state arrestate in flagranza di reato, riducendo drasticamente i furti di rame sul territorio, tanto che il capo dell’organizzazione ha incitato i ‘superstiti’ a commettere nuovi reati, aumentando il prezzo di acquisto. Contestualmente agli arresti il gip del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, su richiesta del pm Andrea Papalia, ha emesso anche un decreto di sequestro dei capannoni e di 27 mezzi tra automobili, camion e rimorchi intestati alle due società, per un valore totale di circa 800 mila euro.