Le consultazioni del Partito democratico mettono a serio repentaglio gli equilibri (già abbastanza precari) della maggioranza regionale. L’ex pm, sponsor del Governatore, bloccato dalla Commissione congressuale. Centrosinistra in ebollizione in attesa del voto di domenica 

 

CAMPOBASSO. Che ci azzecco io (direbbe l’ex pm di Mani pulite) con le primarie del Pd? Il problema è che a farglielo notare è stato Antonio Battista, presidente della Commissione congressuale del partito in Molise. Ma lui, l’ex ministro di Montenero, non si è troppo lasciato impressionare: “Tutti sanno che la scorsa estate, dopo le mie dimissioni da presidente del partito l’Italia dei Valori ha celebrato un regolare congresso ed ha eletto una nuova dirigenza. Pertanto, attualmente, non ricopro alcun incarico dirigenziale nel partito, ma sono solo, orgogliosamente, un militante”. E ancora: “Il Pd molisano, in modo netto e chiaro, dovrebbe dire se vuole escludere dalla votazione per le primarie persone che non gli fanno comodo assumendosene la responsabilità e andando contro le stesse regole che si è dato”. Insomma, a poche ore dal voto che eleggerà il nuovo segretario l’aria si fa piuttosto pesante. Ma il clima si era già avvelenato i giorni scorso per gli endorsement a favore di Frattura anche di Ciocca e di altri esponenti non legati direttamente al Partito democratico. Non si è fatto quindi attendere il disappunto di esponenti Pd come Pietro Maio (consigliere comunale di Campobasso) e soprattutto dell’onorevole Leva, che ha bocciato senza troppi termini la scelta del governatore di gettarsi nella mischia delle primarie. Questo il punto centrale: adesso si punta Di Pietro, ma si vuole colpire ovviamente Frattura. Perché la maggioranza regionale (già indaffarata con il pasticcio indennità e articolo 7 e titubante dinanzi alle crisi economiche e industriali che attanagliano il Molise) poteva forse evitare questa ulteriore guerra intestina. La speranza è che domenica arrivi presto e la campagna elettorale (con tutto quello che ne consegue) sia archiviata il prima possibile. La Regione, già da troppo tempo in affanno, non può morire di elezioni, figuriamoci di primarie.