I manifestanti non interrompono la protesta nonostante l’offerta di 500 euro sugli stipendi di giugno, con il saldo previsto per il 6 agosto. E pensano seriamente ai decreti ingiuntivi. Scarabeo: nessun profilo illecito nella fidejussione regionale da 5 milioni, ammesso che non siano aperte procedure concorsuali nei confronti dell’azienda

PETTORANELLO DEL MOLISE. “Ringraziamo il dottore, rifiutiamo l’offerta… e andiamo avanti”. Con questo ironico striscione, appeso stamattina fuori dei cancelli dell’Ittierre, i dipendenti in sciopero ormai dal 25 luglio scorso hanno rimandato al mittente l’offerta del patron dell’azienda tessile: un acconto di 500 euro subito sugli stipendi di giugno, il resto entro il 6 agosto, in cambio della ripresa delle attività lavorative. Tutt’altro che convinti delle buone intenzioni future dell’imprenditore, gli scioperanti hanno continuato con la linea dura. Passando addirittura al contrattacco, ovvero iniziando seriamente a ponderare la strada dei decreti ingiuntivi. Fuori dei cancelli, stamani, è stato infatti convocato un avvocato giuslavorista, Cristiano Rocco, che avrebbe spiegato come le condizioni per tentare questa strada siano assolutamente percorribili. Come si legge sul neonato gruppo Facebook ‘L’Ittierre siamo noi’, il legale “è disponibile a presentare l’istanza a titolo totalmente gratuito per tutti i dipendenti. Occorre i seguenti documenti: busta paga, carta d’identità, codice fiscale e tutti i documenti relativi a mutui, prestiti, etc. comprovante lo stato di bisogno”. Insomma, la protesta non si ferma. Mentre l’assessore regionale Massimiliano Scarabeo chiarisce alcuni aspetti tecnici sulla fidejussione da 5 milioni di euro: la Regione l’ha concepito come uno strumento atto a pagare i dipendenti, i fasonisti e i fornitori di beni e servizi molisani. Bianchi, invece, l’ha recentemente bocciato, invocando la par condicio tra i creditori e paventando addirittura presunti illeciti penali. “Non esiste alcuna delibera regionale in merito alla concessione di una fidejussione – scrive l’assessore in una nota – Al contrario la fidejussione verrebbe eventualmente concessa, e dunque deliberata, da Finmolise Spa con le disponibilità pubbliche del Fondo di Garanzia che assiste alcuni degli strumenti anticrisi attivabili nel territorio molisano, come da valutazioni e determinazioni del Comitato di pilotaggio anticrisi, tenutosi in data 27 luglio 2013. È assolutamente falsa e diffamatoria – continua l’assessore – l’affermazione secondo cui lo schema dell’operazione presenterebbe anomalie e illeciti penali con riferimento alla violazione della par condicio creditorum”. L’operazione, infatti, è strutturata sulla base dell’operatività ‘in bonis’ di Ittierre, vale a dire in assenza di problemi di pagamento. Mentre la problematica della par condicio creditorum “ha rilevanza solo con riferimento all’attivazione di procedure concorsuali nei confronti di Ittierre – sottolinea Scarabeo - Diversamente  si sarebbe portati a credere che la gestione di Ittierre stia nascondendo che l’operatività della stessa non potrà continuare anche in presenza dell’intervento di Finmolise, con conseguente apertura di una procedura concorsuale”. In tal caso, “sarebbero allora ben più gravi i problemi di Ittierre. E tali esiti, conclude la nota dell’assessore, non sarebbero “assolutamente compatibili con l’intervento di Finmolise Spa nell’operazione, per il tramite di una garanzia di natura pubblica”.