Si dovrebbe conoscere attorno alla metà del mese la decisione della Corte costituzionale. Ieri la discussione contro i ricorsi intentati da nove regioni italiane

ISERNIA. Per conoscere la decisione della Corte Costituzionale sul riordino delle province occorrerà attendere la metà del mese. Per il momento resta tutto sospeso. Da ciò che deciderà la Consulta dipenderà la sopravvivenza o meno delle Province. Isernia compresa. Il quadro per ora è in continua evoluzione. La decisione si conoscerà alla fine della Camera di Consiglio, attorno al 16-17 luglio. I magistrati hanno dovuto vagliare il ricorso che nove regioni italiane, tra cui anche il Molise, hanno presentato contro le decisioni del governo Monti sul taglio delle province e la cancellazione delle elezioni per consigli provinciali e presidente della Giunta. Anche il governo Letta sembra andare nella direzione dell’abolizione di massa. Nel frattempo l’ente di Via Berta mira ad evitare il commissariamento che interverrebbe il prossimo anno, alla fine del mandato di cinque anni di Mazzuto. Intanto, un conflitto d’interesse balza agli occhi. A difendere quattro delle nove regioni che hanno intentato il ricorso contro l’abolizione delle Province ci sono anche tre saggi del governo. Si tratta di Beniamino Caravita di Toritto, che difende Lombardia e Campania, Massimo Luciani che porta avanti la causa della Sardegna e Giandomenico Falcon che, invece, difende il Friuli. Caravita ritiene che bisognerebbe lavorare non per l’abolizione quanto, piuttosto, per una loro più efficiente riorganizzazione. Si tratta, ad ogni modo, di un paradosso bello e buono se si pensa che i tre saggi appartengono a quello stesso governo di cui fa parte il ministro per le Riforme Quagliariello, il quale ha assicurato che le Province non sopravviveranno ancora un volta.