La statua di San Pietro Celestino nella chiesa di Isernia intitolata al Patrono

Isernia festeggerà domani il Santo Patrono della città San Pietro Celestino.  Per consentire lo svolgimento della pro­cessione del santo patrono, il comando della polizia muni­cipale predisporrà le consuete limitazioni alla circolazione stra­dale. Pertanto, gli automobilisti prestino attenzione alla segnaletica in­stallata per l’occasione. La processione inizierà alle 17, muovendo dalla chiesa di San Pietro Celestino, e percorrerà il seguente itinerario: corso Mar­celli, piazza Celestino V, piazza Carducci, via Roma, via Ken­nedy, via Sturzo, via De Gasperi, corso Garibaldi, via Patriarca, via XXIM Maggio, via Ponzio, piazza Tedeschi, via Lorusso, piazza Cele­stino V, Codacchio, piazza Sanfelice, corso Marcelli, chiesa di San Pietro Apostolo. In cattedrale, alle 18:30, si celebrerà il pontificale presieduto dal vescovo Salvatore Visco. Quindi la processione riprenderà, transitando per corso Mar­celli, piazza Trento e Trieste, vico Ciro Marilli, largo Sant’Angelo, corso Marcelli e largo Sant’Ippolito. Infine, la statua di San Pie­tro Ce­lestino verrà ricondotta nella chiesa a lui intitolata, dove si terrà una funzione religiosa. Pietro d’Angelerio nasce a Isernia nel 1215 da umili campagnoli. Studia dai Benedettini di Faifoli (Benevento) e poi aRoma, dove è ordinato sacerdote nel 1239. Ben presto riceve l’autorizzazione alla vita eremitica, che intraprende sul Monte Morrone. La fama di santità richiama altri solitari, che Pietro organizza in comunità come «Eremiti di San Damiano» (detti poi Celestini e esistenti fino al 1807). Morto papa Nicolò IV nell’aprile 1292, i superstiti dodici cardinali riuniti a Perugia discutono per due anni senza accordarsi sulla successione, finchè ricevono una lettera di durissimi rimproveri, con l’invito a dare subito alla Chiesa un capo degno. La lettera è di Pietro da Morrone. Il 5 luglio 1294 i Cardinali eleggono proprio lui, che assume il nome di Celestino V. Dietro l’iniziativa della lettera, però, c’è Carlo II d’Angiò, re di Napoli, che vuole contare su un Papa accomodante per sottrarre la Sicilia agli Aragonesi. Celestino si rende ben presto conto di essere stato ingannato e strumentalizzato. il 13 dicembre rinuncia al pontificato. Il successore Bonifacio VIII, temendo possibili azioni da parte di sostenitori, fa imprigionare Celestino che dopo dieci mesi muore. È il 19 maggio 1296.